Uno studio del Ref propone di abbandonare il sistema dei trust, a rischio collasso. La soluzione è un modello dove chi immette sul mercato finanzia i costi dei pannelli smaltiti nello stesso anno. Il dossier pubblicato a novembre 2025 dal centro studi “ref.” analizza quindi le debolezze del modello attuale del settore fotovoltaico proponendo di abbandonare il sistema dei trust, a rischio collasso e propone una soluzione radicale basata su un approccio generazionale, già in uso per le altre tipologie di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE).

Lo studio di ref parte dall’osservazione che negli ultimi anni in Italia si è registrata una forte accelerazione nelle installazioni di pannelli fotovoltaici, sostenute dagli obiettivi del PNIEC di aumento della capacità fotovoltaica installata e dal revamping e repowering degli impianti esistenti. È dunque cresciuto anche il volume di moduli che giungono a fine vita e che devono essere gestiti come rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Una tendenza che è destinata ad accentuarsi nei prossimi anni, quando il ciclo di vita dei pannelli incentivati dal Conto Energia giungerà a termine, e che si scontra con una disponibilità limitata di linee dedicate negli impianti di trattamento.
La recente Legge di Delegazione Europea (ripresa nella Legge 13 giugno 2025, n. 913) chiede al Governo italiano di riordinare la disciplina nazionale relativa alla gestione dei pannelli fotovoltaici a fine vita e di adeguare il sistema di finanziamento alla normativa europea. Parallelamente, a livello europeo, è partito il dibattito circa la revisione della Direttiva RAEE4, che sarà contenuta del Circular Economy Act previsto per il 20265. Tra i possibili provvedimenti, il desiderio di superare l’attuale classificazione che colloca i pannelli fotovoltaici nel raggruppamento R46, insieme a piccoli elettrodomestici, dispositivi di illuminazione, telefoni cellulari e computer, istituendo un raggruppamento dedicato (R6) che ne permetta una contabilizzazione e una gestione più efficiente.
L’obsolescenza del parco impiantistico, installato in larga parte a partire dal 2005, e le prospettive di crescita dei volumi di pannelli fotovoltaici che dovranno essere installati per raggiungere gli obiettivi PNIEC rendono urgente un aggiornamento delle policy operative e finanziarie. A ciò si aggiunge la crescente diffusione di pratiche di revamping e repowering di natura finanziaria, che anticipano la dismissione dei pannelli rispetto alla loro vita tecnica standard, ponendo ulteriori sfide in termini di sostenibilità economica ed ambientale del sistema.
La ricerca approfondisce il caso dei rifiuti da pannelli fotovoltaici non incentivati dal Conto Energia costituendo, sulla base delle nostre conoscenze, il primo contributo della letteratura dedicato espressamente alle modalità di gestione del fine vita di questo particolare flusso di RAEE, coperto da uno schema di responsabilità estesa del produttore (Extended Producer Responsibility – EPR)
I dati rivelano la necessità di un nuovo modello di gestione. Lo studio infatti stima una crescita esponenziale dei volumi da gestire. Tra il 2025 e il 2050, si prevede un incremento di quasi trenta volte nel numero di pannelli fotovoltaici da smaltire annualmente. Si passerà dai circa 427mila pannelli dismessi nel 2025 a oltre 12 milioni nel 2050. In termini di massa, questo significa passare da 9mila a 264mila tonnellate annue di RAEE fotovoltaici da raccogliere e trattare correttamente, un’onda d’urto che l’attuale sistema finanziario rischia di non poter sostenere.
L’attuale sistema, oltre al rischio di default finanziario, presenta altre criticità. La tracciabilità dei pannelli tramite numero di matricola, necessaria per sbloccare i fondi dal trust, è spesso complessa e costosa, a causa di codici illeggibili o danneggiati dal tempo. Inoltre, la distinzione normativa tra pannelli “domestici” e “professionali” è considerata arbitraria, in quanto la natura del pannello dipende dall’impianto in cui viene installato, un’informazione non nota al momento della sua produzione. Questo crea una duplicazione dei costi per i produttori, che si trovano a finanziare sia il sistema EPR per i pannelli, sia il raggruppamento R4 per i RAEE domestici.
La ricerca ref propone:
- Estensione del modello di finanziamento generazionale anche ai pannelli fotovoltaici
- Costituzione di un raggruppamento specifico (R6) dedicato ai pannelli fotovoltaici
- Eliminazione della distinzione tra pannelli domestici e professionali
- Potenziamento della rete di raccolta con distributori e installatori
- Superamento del legame tra matricola e garanzia finanziaria
Fonte: energia oltre

