Questa settimana non solo prevenzione. Presentiamo una buona pratica di quell’insieme di azioni di prevenzione e minimizzazione che va sotto il nome di ‘rifiuti zero’, applicata all’occasione (apparentemente) più difficile: i grandi raduni di massa.
Fino a qualche tempo fa se uno immaginava in quali situazione realizzare buone pratiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti non pensava cero ai raduni di massa. (ad es. dopo il martedì grasso del Carnevale di Venezia Piazza San Marco è un tappetto di bottiglie e vetri rotti).
Ma c’è chi ha si è incaricato di smontare anche questo luogo comune, basandosi su saggezza e semplicità, supportati da idee giuste e sufficienti capacità logistico organizzative.
Alcuni recenti raduni di massa hanno dimostrato che per convincere a ridurre i propri rifiuti e ad avviare al riutilizzo quelli comunque prodotti è sufficiente offrire occasioni e motivazioni per farlo.
Da tempo quella riflessione che porta al comportamento sostenibile non si fa più solo da soli o in famiglia (bevo acqua alla spina, compro senza imballaggi, mi composto i miei scarti organici, e via dicendo).
Essa investe ormai anche momenti di vita passati insieme, che diventano luogo di sperimentazione di pratiche positive: mense, sagre e feste popolari, uffici sempre più spesso praticano acquisiti eco compatibili e si ispirano a linee di gestione packaging free e zero waste.
Ora queste pratiche raggiungono i grandi raduni.
Ai Mondiali Antirazzisti di Casalecchio del luglio 2010, 30mila partecipanti in cinque giorni hanno prodotto 9.570 kg di rifiuti, dei quali 6.960 (il 73%) differenziato a inviato a riciclo-compostaggio.
Anche il raduno Woodstock 5 stelle (svoltosi a Cesena il 25 e 26 settembre – gli organizzatori stimano in circa 140.000 il numero dei partecipanti) si proponeva di essere “zero waste”.
Grazie ai 50 volontari e volontarie trasformati in spazzini per raccogliere sacchi, sacchetti, pacchettini, mettendo mano in ogni materiale e dando consigli ai partecipanti.
Grazie alle decine di migliaia di persone che in due giorni hanno dato il loro contributo, separando i materiali post consumo (chiamati “rifiuti”) negli appositi contenitori e contribuito a ridurli bevendo prodotti alla spina o portandosi borraccia e stoviglie multiuso da casa, questo risultato è stato superato, stabilendo con il 91% di rifiuti recuperati (!) il nuovo record assoluto per eventi tenuti in Italia.
I numeri. Sono stati prodotte 56,64 tonnellate di “rifiuti”. Di questi, tra le 40-45 tonnellate sono stati avviati all’impianto di compostaggio, 10,54 tonnellate di materiale riciclabile e trasformabile è stato avvito al riciclaggio attraverso l’impianto di Vedelago (TV) e solo 5,1 tonnellate sono state avvita allo smaltimento indifferenziato (v. http://www.beppegrillo.it//2010/10/rifiuti_cambiare_si_puo/index.html?s=n2010-10-05 )
In sostanza gli organizzatori dicono che in due giorni i partecipanti a Woodstock 5 Stelle hanno prodotto “rifiuti” pari a una città come Forlì, li hanno riciclati quasi interamente.
Vengono elencati i vantaggi ambientali energetici ed economici che ne sono derivati.
Per concludere che se può farlo un movimento lo può fare qualunque amministrazione pubblica.