In Europa, da più di un decennio, si assiste alla crescita della “povertà energetica”, una nuova forma di povertà e di rischio sociale con cui s’intende la difficoltà delle famiglie ad acquistare un paniere minimo di servizi energetici, con effetti sul mantenimento di uno standard di vita dignitoso, sulla salute e sulla mortalità.

Nonostante la richiesta della Commissione Europea agli Stati membri di formulare una definizione di povertà energetica in base alle caratteristiche del proprio contesto nazionale e la recente inclusione di misure e azioni obbligatorie di lotta all’Energy poverty nel Pacchetto Energia 2030, sono pochi gli Stati membri che hanno elaborato metodologie statistiche e svolto indagini standardizzate per misurare questa manifestazione di disagio economico e sociale.

La mancanza di una definizione chiara e univoca del fenomeno complica, anche in Italia, la possibilità di misurarne correttamente la portata e di realizzare politiche efficaci di mitigazione e di contrasto. Il perimetro che racchiude la popolazione in povertà energetica varia, infatti, in relazione ai parametri scelti per tracciarlo.

L’articolo proposto da Qualenergia analizza gli attuali limiti e criticità delle definizioni di criterio di povertà energetica suggerendo le modifiche. Cerca poi di definire a grandi linee, in base ai criteri attuali, un quadro della diffusione della povertà energetica nel nostro paese.

L’articolo completo è disponibile qui.

Fonte: Qualenergia