Pubblicato il rapporto Il teleriscaldamento in Italia – stato dell’arte e prospettive di sviluppo redatto da Legambiente e Associazione Italiana Riscaldamento Urbano. L’obiettivo del rapporto è di far comprendere il funzionamento di questi impianti e le possibilità che possono offrire per il nostro paese nelle diverse realtà, contribuendo a implementare una discussione fondamentale sulla prospettiva delle reti inserite in città sempre più efficienti e smart. Secondo Legambiente il teleriscaldamento potrebbe arrivare fino a coprire una percentuale molto più elevata del fabbisogno termico nazionale. Attraverso le esperienze e metodologie differenti dei redattori il rapporto fotografa e racconta lo sviluppo delle grandi e piccole reti di teleriscaldamento in Italia, mettendo in luce gli aspetti energetici e quindi ambientali tramite l’uso di mappe intelligenti.

Secondo i dati contenuti nel rapporto:

  • quasi 3 milioni sono gli abitanti equivalenti (considerando quinti utenze domestiche, terziarie e industriali) che usufruiscono di servizi di teleriscaldamento e/o raffrescamento, che hanno permesso a famiglie e attività di risparmiare in bolletta e di ridurre inquinamento e emissioni;
  • 70 i comuni teleriscaldati attraverso l’uso di fonti rinnovabili con 88 reti, concentrati in Toscana dove è ricca la risorsa geotermica e in Trentino Alto Adige dove sono noti gli impianti a biomassa;
  • 59 sono i comuni che ospitano nel proprio territorio le 72 reti alimentate da una sola tipologia di combustibile come gli impianti cogenerativi fossili, caldaie, centrali termoelettriche e recupero di calore da termovalorizzatori;
  • 21 quelli con impianti alimentati da un mix di combustibili, fossili più recupero di calore e fonti energetiche rinnovabili;
  • il 67% della potenza totale utilizzata è costituita da impianti di cogenerazione alimentati da combustibili fossili con 2.120 MWt (megawatt termici);
  • la restante quota di potenza è coperta da impianti di cogenerazione utilizzanti fonti energetiche rinnovabili e rifiuti solidi urbani per 615 MWt e da produzione termica semplice da fonti rinnovabili termiche per il 13%;
  • Circa l’1% della potenza installata appartiene invece alla categoria delle pompe di calore ad alta temperatura.
  • Il rapporto è disponibile nel sito web di Legambiente.