La prima edizione della scuola si terrà a distanza dal 13/05/2021 – 10/06/2021 La figura del Responsabile della mobilità aziendale (Mobility Manager) è stata introdotta dal Decreto interministeriale “Mobilità sostenibile nelle aree urbane” del 27 marzo 1998. Il Decreto stabilisce che le aziende private e gli enti pubblici con determinate caratteristiche dimensionali e collocazione geografica debbano identificare un mobility manager che ottimizzi gli spostamenti sistematici dei dipendenti attraverso lo strumento del Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro. Solo di recente, con il Decreto Rilancio del maggio 2020 sono state modificate le condizioni per cui è necessario adottare questo tipo di Piano e nominare questa specifica figura professionale. Innanzitutto la soglia minima dimensionale dell’azienda o dell’ente pubblico interessate dal provvedimento è stata abbassata da 300 a 100 dipendenti per ogni unità locale; quanto alla collocazione geografica, si è passati dalle unità locali ubicate in città con almeno 150 mila a 50 mila abitanti ed esteso a tutte le realtà con sede in un capoluogo di Regione, Provincia o Città metropolitana.

Quest’ultimo provvedimento normativo ha solo accelerato un processo, già in corso, di rinnovato interesse per il mobility management: da una parte le aziende intendono diventare sempre più protagoniste nella promozione della sostenibilità, dall’altra è complessivamente aumentata nella società la consapevolezza di quanto la mobilità delle persone e delle merci comporti degli impatti negativi sull’ambiente e sulla vivibilità dei territori. Allo stesso tempo, in questi anni ultimi anni, la fiducia sulla possibilità di intraprendere dei percorsi di miglioramento è cresciuta e l’attività del mobility management non è più vissuta dalle aziende solo come un adempimento normativo ma come uno dei campi in cui adottare una cultura aziendale aperta all’innovazione e al cambiamento.

È in questo nuovo quadro che può collocarsi l’attività del mobility manager, una figura professionale caratterizzata dall’approccio multidisciplinare, che abbia la capacità di ascoltare i bisogni, leggere i problemi, identificare soluzioni condivise e, soprattutto, saperle comunicare efficacemente all’interno della propria comunità aziendale. L’obiettivo è ridurre l’uso del “mezzo di trasporto privato individuale”, così come prescrive la normativa ma più in generale la prassi e l’approccio al
gestione della domanda di mobilità.

È un compito difficile, sfidante, che comporta l’acquisizione di alcune nozioni di base, di metodo, di strumenti operativi ma che acquisisce spessore nell’esperienza sul campo e nella capacità di restare costantemente aggiornati sulle nuove tecniche e i nuovi strumenti a disposizione.

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Fonte: TuttoAmbiente