ARPA Emilia-Romagna ha pubblicato il rapporto Specie chimiche nel particolato (PM2.5) in atmosfera.
Il rapporto nasce con l’obiettivo di studiare i principali costituenti chimici che caratterizzano le polveri aventi un diametro inferiore a 2,5 µm (PM2.5). Approfondire la conoscenza delle proprietà degli inquinanti atmosferici e dei loro impatti su ambiente e salute è infatti uno dei compiti fondamentali di Arpae. Il rapporto è frutto di misure non convenzionali che affiancano quelle quotidiane svolte dalla Rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria.

I principali dati
- Quattro le stazioni di monitoraggio posizionate in quattro località della regione che rappresentano le diverse tipologie di background urbano e rurale: Bologna (via Gobetti) – area centrale e metropolitana; Parma (Cittadella) – area occidentale e più interna della pianura; Rimini (Marecchia) – area orientale/costiera; Molinella (BO) – area rurale.
- Le specie analizzate sono carbonio organico ed elementare, ammonio, nitrato, solfato. Viene misurata anche la concentrazione di levoglucosano, una sostanza che, pur non essendo presente in quantità elevate in atmosfera, è un importante marker che permette di tracciare la combustione della legna.
- Nel 2024 quasi tutte le specie chimiche considerate presentano valori inferiori rispetto alla media dei dati dall’inizio delle misure, come già accaduto negli ultimi anni, anche se con concentrazioni leggermente più alte rispetto al 2023.
- il carbonio elementare, che si può considerare tracciante delle sorgenti primarie di combustione (come il traffico), mantiene il suo andamento di costante diminuzione negli anni e risulta quasi sempre vicino ai minimi medi mensili in tutti i siti.
- Sulla massa dell’aerosol atmosferico rimangono più influenti le specie di origine secondaria (in particolare il Nitrato) la cui importanza si enfatizza principalmente a gennaio, febbraio e novembre: in questi mesi spesso si manifestano condizioni avverse alla dispersione degli inquinanti e favorevoli alla formazione del particolato secondario (che si forma cioè in atmosfera partendo dagli inquinanti primari emessi direttamente).
Fonte: ARPA Emilia-Romagna
