L’Italia avrà presto un Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (Pinpas). Il 5 febbraio la prima giornata nazionale “contro lo spreso alimentare”.
La Risoluzione su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE venne approvata dal Parlamento europeo il 19 gennaio 2012.
Essa si pone l’obiettivo di ridurre del 50% gli sprechi alimentare entro il 2025 e di dedicare il 2014 come Anno Europeo di lotta agli sprechi alimentari attraverso una strategia per migliorare l’efficienza della catena alimentare degli Stati Membri.
In Italia, dopo l’approvazione del Programma nazionale per la prevenzione dei rifiuti, di cui ci siamo largamente occupati[1], sta muovendosi qualcosa.
Impariamo a memorizzare il 5 febbraio. Da quest’ anno sarà la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, proclamata dal Ministero dell’Ambiente, per sensibilizzare gli italiani contro lo spreco alimentare.
Con una conferenza stampa tenuta a Roma (http://www.minambiente.it/comunicati/litalia-avra-un-piano-nazionale-di-prevenzione-dello-spreco-alimentare) il Ministro Orlando ha annunciato la costituzione di un comitato, coordinato da Andrea Segrè, fondatore e Presidente di “Last minute market” (http://www.lastminutemarket.it/) e promotore della campagna europea “Un anno contro lo spreco”- Ne fanno parte lo scienziato Vincenzo Balzani, la regista Maite Carpio, l’attore Giobbe Covatta e la scrittrice Susanna Tamaro.
Il Comitato si muoverà in collaborazione con una Consulta costituita da enti, associazioni, organizzazioni e imprese, per definire il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (Pinpas).
Il 5 febbraio di quest’anno si riuniranno gli “Stati generali”di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, con la riunione della Consulta degli stakeholders chiamati a contribuire alla definizione del Pinpas.
La prima riunione della Consulta, che si chiuderà con un Protocollo di Intesa, sarà strutturata in sessioni tematiche precedute dalla presentazione del “Piano di lavoro”, ovvero delle modalità di partecipazione da parte degli stakeholders e delle principali tappe previste fino alla pubblicazione del Pn-Psa. Sono previste tre fasi di lavoro: un confronto sugli sprechi alimentari lungo la filiera, dalle cause ai dati disponibili alle misure in atto a livello internazionale per combattere lo spreco; la proposta di una campagna nazionale contro lo spreco alimentare rivolta ai consumatori; l’esame delle soluzioni ottimali da adottare per combattere lo spreco alimentare in Italia.
Secondo il Rapporto 2013 sullo spreco domestico – dell’Osservatorio Waste Watcher e Last Minute Market – ogni settimana una famiglia getta 7 euro nella spazzatura sotto forma di spreco di cibo con un incidenza dello 0.5 % sul Pil. Ogni anno lo spreco alimentare domestico costa agli italiani 8,7 miliardi di euro che si traduce nello spreco settimanale medio di circa 213 grammi di cibo gettato perché andato a male.
Si calcola anche che in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agro-alimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione.
Il Pinpas dovrà delineare in maniera esaustiva gli aspetti che riguardano la prevenzione degli sprechi alimentari ma si concentrerà in primo luogo, sulla base delle indicazioni del Ministro, sulla definizione delle misure necessarie a ridurre la quantità di prodotti alimentari destinati al consumo umano che finiscono tra i rifiuti.
La strategia definita dal Ministero punta anche all’Istituzione dell’Anno europeo contro lo Spreco nel 2015, in concomitanza con l’Expo di Milano.
Il Pinpas non nasce dal nulla, perchè, come sempre nel nostro paese, alla spalle della programmazione nazionale di un problema ambientale ci sono le buone pratiche locali.
Il riferimento in questo caso è ai tanti Comuni firmatari della carta SprecoZero, con la qual si sono impegnati ad attivare il decalogo di buone pratiche contro lo spreco alimentare (che rende subito operative le indicazioni della Risoluzione del Parlamento europeo contro lo spreco – http://www.unannocontrolospreco.org/images/CartaSprecoZero2.1.pdf ).
La carta è stata sottoscritta da centinaia di Comuni, come Roma, Milano, Firenze, Torino, Napoli, Bologna, Venezia e le 64 municipalità dei Comuni Virtuosi italiani, oltre che dai Governatori del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, della Puglia (http://www.unannocontrolospreco.org/it/component/content/article/8-italiano/news-ita/199-la-regione-puglia-a-spreco-zero.html )
La Finestra sulla Prevenzione dei Rifiuti saluta positivamente questa azione del Ministero dell’Ambiente e seguirà con il massimo interesse il suo sviluppo, che investe alcune della ”Misure specifiche” previste dal PNPR per la riduzione dei “rifiuti biodegradabili” (Valorizzazione dei sottoprodotti dell’industria alimentare , distribuzione eccedenze alimentari della grande distribuzione organizzata, promozione certificazione qualità ambientale servizi alimentari (ristorazione, hotel, catering, bar), riduzione degli scarti alimentari a livello domestico).
Sono convinto che la filiera dei “rifiuti biodegradabili” sia forse la più importante per la riduzione dei rifiuti, tra le cinque individuate dal PNPR[2], sia dal punto di vista qualitativo (per i problemi che la permanenza di organico nel resisuo comporta in fase di trattamento) che quantitativo (trattandosi della frazione di maggior peso relativo presente nei rifiuti urbani).
Proprio per questo vorrei sottolineare l’urgenza di una modifica al PNPR, per inserire il compostaggio domestico, una Misura che allo stato non figura tra quelle proposte per la riduzione dei rifiuti bio degradabili: .
Si tratta infatti della più rilevante azione di prevenzione a tutti gli effetti, poiché consente il riuso come ammendante di notevoli quantità di materiale organico, previo processo di maturazione aerobica.
Il compostaggio domestico è una “preparazione per il riutilizzo”, ma il processo avviene su un materiale che non ha mai assunto la qualifica e le caratteristiche di rifiuto, dal momento che non en
tra nel servizio pubblico di raccolta.
[2] Che prevende misura anche su: Rifiuti cartacei, Rifiuti da imballaggio, Rifiuti da AEEe Rifiuti da costruzione e demolizione.