Conai pensa ad uno strumento di LCA semplificata, che permette il calcolo dell’impatto ambientale degli imballaggi, per supportare produttori e utilizzatori di imballaggi nel cammino verso soluzioni più eco-efficienti.
Conai fa un altro passo verso l’imballaggio eco-efficiente.
Il nuovo tool LCA è stato presentato da Gian Luca Baldo[1]. Si tratta di uno strumento di analisi semplificata che permette il calcolo dell’impatto ambientale degli imballaggi, pensato per supportare produttori e utilizzatori di imballaggi nel cammino verso soluzioni più eco-efficienti.
Partendo dal Life Cicyle Thinking i prodotti e i processi che generano i prodotti vengono ripensati in una logica complessiva. Le soluzioni tecnologiche innovative devono cioè ridurre l’impatto non in un solo punto, ma su tutta la filiera, dall’estrazione delle materie prime al rientro in circolo dei materiali.
Conai ha da tempo messo a punto diverse leve di prevenzione: risparmio di materie prime, riutilizzo, utilizzo di materie riciclate, ottimizzazione della logistica, facilitazione delle attività di riciclo, semplificazione.
Si tratta ora di trasformare queste leve in parametri quantitativi con cui misurare il miglioramento e l’eco-compatibilità dell’imballaggio.
Gli indicatori prescelti per misurare l’impatto ambientale sono il Carboon footprint (misura della CO2 nell’arco del ciclo di vita del sistema analizzato), il water footprint (misura dell’acqua), il consumo di energia totale.
Nelle progettazione nell’analisi del ciclo di vita degli imballaggi bisogna tenere conto di questa serie di indicatori. Conai vuole mettere l’utilizzatore di imballaggi nella condizione di misurare la propria compatibilità ambientale, inserendo i propri dati.
L’approccio è finalizzato al massimo coinvolgimento dei consorziati, nella convinzione che i tre indicatori prescelti rappresentino sì una scelta semplificata nel giudizio di compatibilità ambientale dell’intero sistema, ma siano un ottimo punto di partenza e forse rappresentino i tre aspetti più importanti del dibattito ambientale
La procedura è questa: l’utilizzatore va sullo spazio web predisposto per il tool, racconta la sua efficienza in termini di processo, la sua capacità in termini di design e questo strumento restituisce alcuni indicatori per avere una misura di quello che sta facendo.
L’utilizzatore ne ricava un valore aggiunto di tre tipi: un check per l’impresa (dove mi trovo, vado nella direzione corretta oppure ho dei margini di miglioramento); avere il controllo dell’evoluzione; evitare l’accusa di green washing (cioè di usare l’ambiente come leva competitiva truffaldina).
Bene, quindi, perchè il percorso verso l’eco efficienza è un passo fondamentale cui Conai sta cercando di portate i suoi associati.
Va però ricordato che, se pure l’abbassamento delle emissioni e l’ottimizzazione dell’uso di acqua ed energia lungo tutto il ciclo di vita sono indicatori fondamentali per la sua valutazione, una pari enfasi va forse mantenuta sul risparmio di materia (e sulla non pericolosità e riciclabilità di quella impiegata).
E non solo per un “più letterale” rispetto della normativa[2], ma anche perchè accanto a questo meritorio impegno di produttori e utilizzatori verso la sostenibilità degli imballaggi, bisogna affermare l’”interesse generale” al loro contenimento ,alla loro prevenzione quantitativa.
E’ bello un mondo dove gli imballaggi sono sempre più eco efficienti.
E ancor più bello un mondo che impara a limitarne la presenza agli usi (e riusi) essenziali.
[1] Docente di Analisi del Ciclo di Vita ed Eco Design della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino e fondatore di Life Cycle Engineering.
[2] Articolo 179 (Criteri di priorita’ nella gestione dei rifiuti)
1. La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia:
a) prevenzione (definita all’art. 183 come le misure, prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto, che riducono: ….a) la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l’estensione del loro ciclo di vita; b) gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull’ambiente e la salute umana; c) il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti.;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
e) smaltimento.