La strategia “verso” rifiuti zero abbina produzione eco-efficiente, consumo consapevole e minimizzazione e prevenzione dei rifiuti. Il caso dei pannolini.
Rifiuti zero è un percorso lungo il quale è necessario misurarsi con l’intreccio di tre livelli, con la responsabilità di diversi attori:
- una produzione eco efficiente, che ottimizza l’uso delle risorse (materia ed energia) e minimizza gli inquinanti – che chiama in causa progettazione e produzione di beni e servizi;
- un consumo consapevole, che coinvolge distributori e consumatori;
- la capacità di prevenire e minimizzare gli scarti, che riguarda Comuni e gestori dei rifiuti.
La storia dei pannolini è indicativa e paradigmatica delle necessità e della possibilità di muoversi a tutti questi livelli.
In Italia si producono ogni anno poco più di 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (fonte Ispra 2009). Il 3% di questi è rappresentato da prodotti assorbenti per la persona di tutte le marche, il 2% si riferisce ai soli pannolini (fonte Federambiente 2010). Ogni anno vengono quindi scartate 900mila tonnellate di assorbenti igienici, che per il 77% finiscono in discarica e per il 23% vengono inceneriti. Sappiamo inoltre che si tratta di un rifiuto problematico anche nella situazioni dove la raccolta differenziata è di qualità e quantità. Chi riesce a intercettare e avviare a riciclo l’80% dei rifiuti e fa una analisi merceologica del residuo, scopre che almeno un quinto è costituto da prodotti assorbenti.
Abbiamo già parlato in questa rubrica di diverse iniziative di uso di pannolini (e coppette mestruali) lavabili.
Prevenire la formazione dei rifiuti da materiali assorbenti, da sempre tra i più problematici da gestire, è possibile laddove l’azione di genitori e donne attenti ad ambiente e salute si combina con iniziative sostenibili di gestori dei rifiuti e della rete commerciale[i].
Ora segnaliamo un’iniziativa che affianca quelle di prevenzione muovendosi verso la logica del “riciclo totale”: giungere ad un modello a ciclo chiuso, come in natura, in cui tutto quello che è considerato scarto da un sistema, diventi materia prima per quello successivo, e nulla si spreca.
L’idea è quella di trasformare i pannolini usati in arredi urbani ed oggetti in plastica eliminandoli dalle discariche. Questa la sfida vinta da Pampers con la collaborazione del Centro Riciclo Vedelago (Treviso)[ii] e il Comune di Ponte nelle Alpi (Belluno)[iii] che intendono dar vita al primo sistema sperimentale in Italia di raccolta e riciclo di questi articoli.
Il progetto da maggio 2012 consentirà proprio il totale recupero anche di questa frazione, con l’utilizzo di semplice vapore e di una separazione meccanica delle diverse componenti.
Il sistema è centrato su un autoclave che, grazie al vapore, sterilizza il pannolino per eliminare la sua carica potenzialmente patogena. Il prodotto viene poi asciugato. Infine, si separano meccanicamente le componenti. Da una tonnellata di pannolini, uno scarto da sempre giudicato impossibile da trattare e impegnativo da gestire, si ricaveranno 150 kg di plastica e 350 kg di materia plastico-cellulosica con i quali costruire nuovi oggetti, come giochi per i parchi pubblici, strati base per i campi da golf, ecc..
Il nuovo sistema per il riciclo potrebbe essere operativo a Vedelago già da settembre 2012 e potrà servire a regime circa 400.000 abitanti di un’area a cavallo fra le province di Treviso e Belluno.
Se segnaliamo questo caso che minimizza[iv] e non previene un rifiuto è perchè ci fa vedere come porsi nella logica di Rifiuti zero consente lo sviluppo di una economia verde e fortemente capace di innovazione.
E quando prodotti e servizi innovativi si combinano con una forte attenzione dei consumatori e con un’adeguata capacità di programmazione degli acquisti e progettazione dei servizi da parte della P.A., siamo in un sistema “win win”. In cui non ci sono sconfitti, ma solo vincitori: l’ambiente, l’economia, la gestione virtuosa della spesa pubblica.
[i] Vedi le Finestre sulla prevenzione:
Ridurre i rifiuti fin da piccolissimi (con l’aiuto dei genitori) sulla News letter del 13.04-2010 http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=2406&menuindex=
Mamme e babbi ecologici unitevi sulla News Letter del 17.05.2011 http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=2672&menuindex=
[ii] http://www.centroriciclo.com/
[iii] http://www.rinnovabili.it/ambiente/“riciclo-il-pannolino”-una-tonnellata-di-rifiuti-diventano-plastica-e-cellulosa3214/
[iv] Le azioni di Prevenzione sono da preferire, perchè vengono prima della trasformazione in scarto di un bene: prolungandone l’uso, gestendolo in modo plurimo o trovando altre forme per soddisfare l’utilità ad esso legata. Quelle di Minimizzazione agiscono sul rifiuto, intercettandolo e valorizzandolo come materia prima secondaria.