È stata pubblicata la terza edizione del Rapporto sul benessere equo e sostenibile (Bes) di ISTAT. Attraverso questo rapporto l’ente offre un quadro integrato dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali che hanno caratterizzato l’evoluzione del nostro Paese negli anni recenti, assumendo come punto di partenza la multidimensionalità del benessere, superando il concetto di PIL e considerando un ampio numero di indicatori.

Tra i temi trattati la qualità dell’ambiente e dei servizi. In particolare si evidenzia come pur diminuendo costantemente il il ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (- 2,2 punti percentuali tra il 2012 e il 2013 e ulteriori 5,4 punti in meno rispetto al 2013) la quota rimanga ancora troppo elevata (31,5% nel 2014), penalizzando fortemente la possibilità di avviare i rifiuti a riciclo. Per quanto riguarda le energie rinnovabili Nel 2014, in Italia, la quota del consumo interno lordo di energia elettrica (cioè della produzione lorda di energia elettrica più il saldo degli scambi con l’estero) coperta da fonti rinnovabili è pari al 37,3% del totale ed è in aumento, ma ancora molto distante da paesi che superano il 50% dei consumi di energia elettrica generata da fonti rinnovabili, quali la Svezia con il 62% e l’Austria con il 68% Per quanto riguarda la qualità dell’ambiente il rapporto evidenzia come sia elevata ancora la criticità relativa ai Siti contaminati di interesse nazionale (Sin), individuati e perimetrati con Decreto del Ministro dell’ambiente e diffusi soprattutto al Sud. Anche l’utilizzo di risorse naturali rinnovabili come l’acqua potabile mostra gravi lacune. A riguardo la dispersione di acqua potabile dalle reti di distribuzione comunali risulta in molte zone ancora molto elevata. Nel 2012 nelle Isole si ha il più elevato livello (48,3%), ossia poco meno della metà dei volumi immessi in rete non raggiunge gli utenti finali. Di contro, il Nord-ovest è la ripartizione con il livello di dispersione più basso (30%). Le maggiori criticità rispetto al 2008 si rilevano nelle regioni insulari e del Centro-Sud, con le eccezioni di Abruzzo e Puglia che negli ultimi anni hanno sanato alcune situazioni di forte dispersione Un altro aspetto rilevante analizzato è quello dell’offerta pubblica di servizi ed in particolare dei servizi di pubblica utilità: raccolta dei rifiuti distribuzione di acqua, gas ed energia elettrica. Per tutti questi ambiti gli indicatori di qualità considerati con riferimento all’ultimo anno disponibile mettono in luce un netto miglioramento della situazione complessiva nazionale ma non sufficiente per raggiungere gli obiettivi nazionale. Notevoli passi avanti sono stati fatti per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti, aumentata di 22,5 punti percentuali dal 2004 al 2014, con incrementi quasi costanti ma lontani dall’obiettivo nazionale del 65%. Il rapporto sottolinea particolarmente le forti differenze presenti tra il Nord ed il sud Italia. Se al Nord la qualità dell’ambiente e dei servizi risulta buona al sud la situazione è opposta salvo alcune eccezioni (come ad esempio nel settore idrico Abruzzo e Puglia sono state all’avanguardia nel superare i problemi delle perdite idriche). Il rapporto completo è disponibile al seguente link