A quasi mezzo secolo dalla prima conferenza nazionale sulle acque del 1971, la Presidenza del Consiglio il 22 marzo, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, ha organizzato la Conferenza nazionale Acque d’Italia .
L’incontro ha avuto come obiettivo quello di fornire un quadro conoscitivo chiaro con il fabbisogno di infrastrutture e le azioni di tutela per far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che colpiscono con i due estremi: siccità e alluvioni.
Il compito di coordinare la giornata è stato dato ad Erasmo D’Angelis che nel suo discorso di apertura ha proposto un quadro generale dello stato delle acque nel nostro paese, quadro che è stato successivamente approfondito nei diversi interventi dalla giornata.
D’Angelis descrive il nostro paese come una penisola blu, ricca di fonti ma anche di problemi che in alcune aree la rendono un bene scarso. Il problema principale una distribuzione sia stagionale e territoriale piuttosto eterogenea, con situazioni di criticità e scarsità ricorrenti in alcune aree. La risorsa è concentrata in gran parte nel centro-nord e nei bacini del Po, Adige, Brenta, Tagliamento, Isonzo, reticoli minori della zona alpina, Arno e Tevere, nel sistema idrico Abruzzo-Molise. Grazie a invasi e trasferimenti a lunga distanza viene ridistribuita con un meccanismo solidale che vede ad esempio la Puglia, tra le più povere d’acqua, utilizzare gli ingenti flussi da Basilicata e Campania.
I prelievi e gli utilizzi sono destinati:

  • 46,7% (16 miliardi di metri cubi) all’irriguo,
  • 27,8% (9,5 mld mcubi) a usi civili,
  • 17,8% (6,1) a usi industriali e per il 4,7% (1,6) all’energetico,
  • il restante 2,9% (1) alla zootecnia

Il consumo pro capite giornaliero elevato di 245 litri a testa
Oltre ciò D’Angelis ricorda come siamo tra i paesi europei con maggiore perdita delle reti e come sia indispensabile continuare con gli investimenti in questo settore.
Quest’anno, il tema centrale della Giornata mondiale dell’acqua è stato quello dei problemi legati alla depurazione e allo smaltimento delle acque reflue. Nel discorso di apertura si è affrontato anche questo tema sottolineando anche il legame che un buono stato di salute delle acque ha con la risoluzione dei problemi di dissesto: opere di difesa vengono maggiormente accettate la dove i corpi idrici sono in buono stato.
Il testo completo del discorso è disponibile al seguente link
Gli atti della conferenza sono disponibili al seguente link link