Il Ministro Gian Luca Galletti ha presentato in Commissione Ambiente il disegno di legge A.C. 2212 DAGA Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Il ministro ha sottolineato come l’efficienza del servizio idrico in Italia sia ancora una sfida complessa, che incrocia inefficienze antiche e carenze strutturali croniche con sprechi che sono inammissibili per un bene tanto prezioso. Il governo sta operando in questo campo con assoluta determinazione: l’obiettivo è rendere gli standard del servizio idrico degni in tutte le Regioni di un Paese civile e progredito quale è l’Italia. Un obiettivo di civiltà, in cui è in gioco l’affermazione di un diritto fondamentale, quello dell’accesso all’acqua per tutti. Il disegno di legge presentato dal Ministro opera in questo contesto. Tra i principi sviluppati dalla normativa ci sono: Il principio “chi inquina paga” (o “chi usa paga”) e la tutela della risorsa idrica, l’accesso all’acqua come diritto fondamentale, Il dibattito sulla Gestione pubblica o gestione privata dell’acqua.

Galletti sottolinea l’importanza di adottare una politica tariffaria volta, oltre che al conseguimento di un razionale utilizzo della risorsa, anche a garantire l’equilibrio economico-finanziario, ovvero l’autosufficienza della gestione raggiungibile attraverso l’equilibrio fra i costi dei fattori produttivi ed i ricavi risultanti dalla gestione. All’interno dei costi di gestione una quota proporzionale al consumo deve essere dedicata alla depurazione dell’acqua di scarico al fine di garantire la qualità dei corpi idrici. La tariffa dovrà essere modulata in modo tale da garantirne l’accesso a tutti. A tal proposito dovrà essere definita una quantità di base tale da non dare ambito a sprechi ma garantirne un agevole uso anche per le famiglie in stato di disagio economico. Tra i temi affrontati quello della gestione; secondo il Ministro le finalità di tutela ambientale non escludono l’opzione per la gestione pubblica, purché sia sempre salvaguardato il principio del recupero dei costi secondo quanto si diceva più sopra. Per quanto riguarda il tema del commissariamento delle regioni a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi qualitativi dei corpi idrici, il Ministero predisporrà un apposito sistema di monitoraggio e controllo per poter ottenere in tempo reale gli stati di avanzamento sulle progettazioni e i successivi lavori che verranno posti in essere dai commissari avvalendosi dei poteri di impulso e accelerazione che la legge conferisce loro, mutuando l’esperienza dei commissari per il rischio idrogeologico adesso in capo ai Presidenti di Regione.

Il testo completo dell’intervento del ministro è disponibile al seguente link.