Il Ministero dell’Ambiente in un comunicato stampa  fa il punto sui contributi che il governo ha recentemente sbloccato per  bonificare e ridurre la presenza di PFAS nelle acque della pianura veneta: 80 milioni nell’ambito dei Fondi Sviluppo e Coesione,  che si aggiungono agli altri 23 già disponibili
Galletti spiega che siamo l’unico Paese in Europa  che ha inserito i PFAS negli standard di qualità ambientale delle acque superficiali e sotterranee, imponendo un monitoraggio sul rispetto dei valori soglia anche oltre i confini veneti. Le Regioni nell’esercizio della sua autonomia, tenendo conto degli scarichi massimi assimilabili, possono definire valori limite anche diversi, più restrittivi creando condizioni di maggior tutela per il proprio territorio.  Per aiutare la Regione Veneto il ministero da un anno ha istituito un gruppo tecnico in cui i rappresentanti della Regione Veneto e ARPAV possono confrontarsi sulle migliori pratiche disponibili e sulle soluzioni con i rappresentanti del mondo scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, di Ispra e di Irsa-Cnr oltre che con i nostri tecnici”.
“Per quanto riguarda le risorse economiche il ministero ha ripreso in mano l’accordo per il bacino del Fratta Gorzone: grazie al rinnovo di questa intesa, dopo una lunga ricerca sul territorio della composizione degli interessi, ha reso disponibili 23 milioni di euro utilizzabili per il distretto conciario (10 milioni per gli interventi di corretta gestione dei fanghi e 13 sulle fognature e depurazione).
Grazie alla proposta del ministero sono stati inseriti tra gli obiettivi strategici anche quelli relativi alla rimozione dei PFAS nelle acque destinate a uso umano. Il quadro normativo aggiornato ha consentito al Ministero di poter sostenere la richiesta al governo di fondi aggiuntivi, riconosciuti nella misura di 80 milioni di euro e ufficialmente sbloccati l’11 settembre scorso.
Fonte: Ministero dell’Ambiente –  Il comunicato stampa del ministero è disponibile al seguente link