È stata adottata la risoluzione che introduce il dazio sulle importazioni per fermare la delocalizzazione della CO2, ossia le imprese che delocalizzano per eludere le norme sulle emissioni. Gli sforzi messi in atto dall’UE per ridurre l’impronta di carbonio a livello europeo, così come previsto nel quadro del Green Deal europeo, e per diventare sostenibile e climaticamente neutrale entro il 2050 potrebbero essere vanificati da paesi meno attenti alle questioni climatiche. Per venire incontro a questo fenomeno, il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione che introduce un Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (CBAM – dall’inglese Carbon Border Adjustment Mechanism), ossia una tassa sul carbonio che verrà applicata alle importazioni di alcuni beni provenienti da fuori dei confini dell’Unione Europea. Dopo l’approvazione del testo, avvenuto nel corso della prima plenaria di marzo, è ora compito della Commissione europea presentare una proposta legislativa nel corso del secondo trimestre del 2021. Considerando il rischio che i settori più inquinanti possano delocalizzare la produzione in paesi con vincoli meno rigidi sulle emissioni di gas serra, l’aggiustamento del prezzo in base alle emissioni di CO2 è visto come un complemento essenziale all’attuale sistema di quote di carbonio dell’UE, noto come il Sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell’UE (ETS). Ai prodotti provenienti da paesi con leggi sulle emissioni di CO2 meno severe di quelle dell’UE viene applicata la tassa sul carbonio alle frontiere in modo da garantire che le importazioni non siano economicamente più vantaggiose rispetto all’equivalente prodotto nell’UE. Il nuovo meccanismo dovrebbe allinearsi con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e incoraggiare la decarbonizzazione delle industrie europee e non, diventando così pietra miliare della futura Politica industriale dell’UE.
Entro il 2023, il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera dovrebbe interessare i settori dell’energia e quelli industriali ad alta intensità energetica, che insieme contribuiscono al 94% delle emissioni industriali dell’UE e che, secondo gli eurodeputati, ricevono ancora ingenti assegnazioni gratuite.
I membri del Parlamento europeo sottolineano che il Meccanismo dovrebbe essere progettato con l’unico scopo di perseguire gli obiettivi climatici e la parità di condizioni a livello globale, anziché essere impiegato come uno strumento utile a rafforzare il protezionismo.
Gli eurodeputati hanno dato il loro appoggio alla proposta della Commissione di utilizzare i proventi generati dal Meccanismo come nuova fonte di entrata per il bilancio dell’UE, sottolineando al contempo la necessità che la Commissione garantisca la piena trasparenza sull’allocazione di tali entrate.
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fonte: Parlamento europeo