Secondo l’ultima valutazione sulla qualità dell’aria dell’Agenzia Europea Ambiente (AEA) pubblicata lo scorso 24 novembre, l’inquinamento atmosferico in Europa rimane ben al di sopra dei livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e rappresenta una minaccia significativa per la nostra salute. Secondo le stime 253,000 i decessi nell’Unione europea (UE) che si sarebbero potuti evitare se le concentrazioni di particolato fine fossero state conformi alle raccomandazioni dell’OMS. In base alle nuove stime sugli effetti sulla salute, l’esposizione all’inquinamento atmosferico causa o aggrava alcune malattie quali il cancro al polmone, le cardiopatie, l’asma e il diabete.

Ulteriori misure volte a ridurre l’inquinamento atmosferico ai livelli indicati nelle linee guida dell’OMS eviterebbero quei 253,000 decessi attribuibili agli inquinanti ambientali e ridurrebbero inoltre il numero di persone che convivono con gli effetti debilitanti di malattie la cui insorgenza o il cui decorso sono legati  all’inquinamento atmosferico, come il diabete e l’asma.

La nota informativa dell’AEA «Harm to human health from air pollution in Europe: burden of disease 2023» (Danni alla salute umana causati dall’inquinamento atmosferico in Europa: carico di malattia 2023) presenta le informazioni più aggiornate, secondo le stime per il 2021, sui danni alla salute umana causati dai tre principali inquinanti atmosferici: particolato fine, biossido di azoto e ozono.

 Altri dati presenti nel rapporto:

  • Tra il 2005 e il 2021 il numero di decessi nell’UE attribuibili al particolato fine (PM2,5), uno degli inquinanti atmosferici più dannosi, è diminuito del 41%;
  • l’inquinamento atmosferico continua a rappresentare il principale rischio ambientale per la salute degli europei (seguito da altri fattori quali l’esposizione al rumore, alle sostanze chimiche e ai crescenti effetti sulla salute dovuti alle ondate di calore) ed è responsabile di malattie croniche e decessi, in particolare nelle città e nelle aree urbane;
  • nel 2021 almeno 253,000 persone sono morte nell’UE a causa dell’esposizione a valori di particolato fine (PM2,5), superiori a quelli raccomandati dall’OMS (5 µg/m3); 
  • L’inquinamento da biossido di azoto ha provocato 52,000 morti;
  • 20,000 i decessi attribuibili all’esposizione a breve termine all’ozono.

Oltre a causare problemi di salute, l’inquinamento atmosferico comporta costi significativi per i sistemi sanitari. Le concentrazioni raccomandate dall’OMS sono stabilite in base al livello di inquinamento al di sopra del quale esiste una chiara evidenza di effetti negativi sulla salute.

I dati pubblicati dall’AEA ricordano che nell’UE l’inquinamento atmosferico rimane il principale problema per la salute legato all’ambiente. La buona notizia è che la politica in materia di aria pulita funziona e la nostra qualità dell’aria sta migliorando. Dobbiamo però fare di più e ridurre ulteriormente i livelli di inquinamento ambientale. Per questo l’UE deve adottare e attuare rapidamente la proposta di revisione della direttiva sulla qualità dell’aria che mira ad allineare maggiormente le norme dell’UE alle raccomandazioni dell’OMS.

Nel Rapporto 2023 si è cercato di stimare il carico di malattia associato a specifiche patologie correlate all’inquinamento atmosferico. Questo dipende non solo dai decessi attribuibili alla malattia, ma anche dalla convivenza quotidiana con essa.

Pertanto, quando consideriamo gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute, è importante non solo concentrarsi sui decessi attribuibili agli inquinanti, ma anche sulle possibili conseguenze nel lungo periodo che queste patologie hanno sulla qualità della vita quotidiana dei cittadini europei, che si trovano ad affrontare gli effetti cronici di malattie come l’asma.

Tra le malattie legate all’inquinamento atmosferico, il carico di malattia relativo all’esposizione al particolato fine (PM2,5) è causato dalla cardiopatia ischemica, seguita da ictus, diabete mellito, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro al polmone e asma. Nel caso del biossido di azoto, il carico più elevato è dovuto a diabete mellito, seguito da ictus e asma.

Insieme al rapporto, l’AEA ha pubblicato anche schede informative suddivise per paese in cui è possibile reperire informazioni dettagliate a livello nazionale sul carico di malattia. Le conclusioni del briefing dell’AEA sono state presentate al quarto EU Clean Air Forum 2023 tenutosi a Rotterdam.

La pubblicazione è disponibile al seguente link

Fonte: Agenzia Europea Ambiente