Dalle ricerche degli ultimi anni è stato confermato che anche l’agricoltura ha un ruolo sulla qualità dell’aria del bacino padano. Life PrepAIR, il progetto di ricerca che si occupa di implementare le misure previste dai piani regionali per migliorare la qualità dell’aria nel bacino padano e a rafforzarne la sostenibilità e la durabilità dei risultati, ha scelto di approfondire anche questa tematica. Dopo tre anni di lavoro i risultati del “pillar” dedicato all’agricoltura e di quello dedicato allo studio delle emissioni sono stati presentati all’interno di un’articolata giornata che si è svolta a Bologna alla presenza dei partner di progetto, il cui capofila è la Regione Emilia-Romagna.

I risultati illustrano i meccanismi che regolano i fenomeni correlati al rapporto fra agricoltura e qualità dell’aria. Tali meccanismi dipendono da una grande quantità di variabili e fattori in tutte le fasi. Le emissioni, solo a titolo di esempio, dipendono dalla composizione chimica delle deiezioni e dei fertilizzanti utilizzati, dai cicli biologici degli animali, dalle variabili legate alla composizione del terreno e dalle variabili meteoclimatiche, oltre che dalla capacità di assorbimento delle piante.

In particolare, si è posta l’attenzione sulle polveri sottili fini prodotte dall’ammoniaca che viene emessa dai reflui zootecnici (nelle fasi di stabulazione, stoccaggio e spandimento) se non sono gestiti in maniera virtuosa.

Per la stima delle emissioni di ammoniaca in atmosfera è ora attivo il “BAT Tool”, un innovativo strumento di calcolo messo a punto nell’ambito di PrepAIR, che permette di calcolare le emissioni a partire dai dati sulle tecniche applicate negli allevamenti intensivi di suini ed avicoli. Le analisi svolte hanno dimostrato che questo strumento mostra notevoli potenzialità nell’elaborare valutazioni di tipo tecnologico, sia a livello aziendale che territoriale. Potenzialità che ora dovranno essere supportate dalla fruizione e da un impiego armonizzato delle fonti dei dati, relative alla effettiva struttura degli allevamenti nei differenti contesti territoriali.

Nello studio sono state ricercate soluzioni per ridurre le emissioni di ammoniaca grazie all’utilizzo di buone pratiche, derivanti proprio dalle indagini svolte sul campo e dalle sperimentazioni effettuate. L’utilizzo di BAT Tool, dal 2019, grazie a quasi cinquemila simulazioni aziendali, ha dato risultati importanti; da gennaio 22 è disponibile Bat Tool Plus, una versione ancor più approfondita dello strumento. Uno degli obiettivi futuri è allora quello di ampliare l’applicazione della metodologia BAT Tool per la valutazione di differenti scenari di applicazione delle tecniche nelle diverse fasi emissive, per quantificarne la riduzione emissiva ottenibile.

La proposta si basa sull’individuazione di target di riduzione definiti e raggiungibili con l’applicazione di buone pratiche alle quali sia associabile, singolarmente per ogni pratica, una quota di riduzione dell’ammoniaca. L’obbligo progressivo di raggiungimento del target di riduzione prefissato potrà dunque essere scelto dalla singola impresa agricola all’interno delle BAT disponibili.

Dal dibattito della tavola rotonda di presentazione dello studio è emerso come sia importante inserire misure specifiche negli strumenti in via di definizione anche a livello nazionale ed europeo: ma la situazione richiede misure che vadano anche al di là delle risorse attualmente stanziate, ed è quindi fondamentale un coinvolgimento più attivo da parte del livello nazionale, con maggiori risorse finanziarie sul tema.

Il comunicato stampa ed i video della conferenza sono disponibili qui.

Fonte: Life PrepAIR