Fondazione dello Sviluppo Sostenibile e SITEB hanno elaborato uno studio che dimostra i benefici dell’applicazione di tecniche di green sulla manutenzione stradale.
Secondo lo studio la rete viaria del nostro Paese, è caratterizzata da un forte stato di degrado, dovuto a molteplici fattori, riconducibili da un lato all’inadeguatezza di buona parte delle stesse infrastrutture, progettate molti anni fa e non più idonee a sopportare l’incrementato traffico veicolare attuale, sia in termini di entità che di composizione, e dall’altro all’inadeguatezza dell’allocazione delle risorse necessarie alla manutenzione ordinaria e straordinaria. P garantire un adeguato livello di manutenzione sarebbe necessario avviare un piano straordinario per i prossimi 5 anni, prevedendo una spesa di 3,8 miliardi di euro l’anno per portare i chilometri manutenuti dai 12.000 del 2017 a 22.500 e alla posa in opera di 55 mln di tonnellate di conglomerato ogni dodici mesi. In trent’anni si interverrebbe su 660 mila km di strade, praticamente l’equivalente della intera rete nazionale di strade asfaltate.
Se le strade venissero sistemate unicamente con tecnologie tradizionali comporterebbe costi ambientali rilevanti: in trent’anni significherebbe l’estrazione di oltre 1 miliardo di tonnellate di aggregati vergini, ossia 15 volte l’attuale prelievo annuo di sabbia e ghiaia da cava. Esistono, però, già oggi soluzioni tecnologiche in grado di massimizzare il riciclo del fresato proprio nei conglomerati, utilizzare altri prodotti di riciclo nei bitumi, come il polverino di gomma, ridurre le temperature di lavorazione e, di conseguenza, i consumi di energia e le emissioni inquinanti.
L’utilizzo diffuso di queste soluzioni green consentirebbe di abbattere significativamente l’inquinamento connesso alle attività di manutenzione dei 22.500 km di strade ogni anno, con le emissioni di gas serra, calcolate sul ciclo di vita, che passerebbe così da 3,7 a 3 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, con un risparmio ogni anno calcolato sul ciclo di vita pari a circa 660 mila tCO2eq.
Fonte: Fondazione dello Sviluppo Sostenibile –  Articolo completo Qui