Lo scorso 26 marzo è nata ufficialmente  la Piattaforma Nazionale del Fosforo promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con ENEA nel ruolo di gestore. L’obiettivo della piattaforma è di raggiungere l’autosufficienza negli approvvigionamenti di questa materia prima strategica per la quale il nostro Paese è quasi totalmente dipendente dalle importazioni. Attraverso il suo recupero si potrebbe arrivare a un risparmio di circa 60 milioni di euro all’anno, secondo alcune stime.
La Piattaforma, spiega il comunicato stampa di ENEA, riunisce tutti gli stakeholder italiani attivi in tutte le fasi del ciclo di vita del fosforo e punta a individuare tecnologie, buone pratiche e strategie per la chiusura del ciclo del fosforo, fino all’elaborazione di un piano di sostenibilità a lungo termine. Sarà articolata in 4 gruppi di lavoro: connessione e coinvolgimento delle realtà italiane (imprese, associazioni, istituzioni); promozione ed organizzazione di eventi e seminari; individuazione di buone pratiche esistenti sul recupero del fosforo; elaborazione di proposte per rimuovere gli ostacoli normativi.
Attualmente il nostro Paese ha un tasso di riciclo a fine vita del fosforo pari a zero, con un trend dei costi in aumento a causa della diminuzione delle riserve, della scarsa efficienza nell’uso e della sua dispersione nell’ambiente.  Ogni anno il nostro Paese, infatti, importa oltre 400 mila tonnellate di fosforo dal Marocco, dove viene estratto in miniere, sempre più in profondità e con sempre maggiori impurità. Recuperare il fosforo da fanghi civili, agroalimentari e reflui organici per destinarlo all’agricoltura è un ottimo esempio di economia circolare. Significa limitare le importazioni e portare a una graduale autonomia in questo ciclo, limitare lo sversamento nei corpi idrici e perfino dare un contributo nella lotta alle specie aliene. La Piattaforma presentata in questi giorni diventa quindi cruciale per il recupero e il riciclo di una materia prima strategica in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale. Nei paesi dove la piattaforma esiste ed è attiva,  Germania e Olanda, gli impianti che recuperano fosforo hanno piena sostenibilità economica anche per la riduzione del volume dei fanghi e il miglioramento della loro qualità, per la minor necessità di manutenzione degli impianti e per la vendita del fosforo stesso.
Il comunicato stampa di ENEA qui.
Fonte: ENEA