Il Ministero per l’Ambiente apre una consultazione tra gli operatori e la direzione generale ambiente della Commissione Europea pubblica le Linea Guida per la preparazione dei programmi di prevenzione rifiuti
E’ stato opportuno lanciare il sasso nello stagno, con il workshop che a Ravenna 2012 ha richiamato l’attenzione degli operatori, istituzionali ed economici, sull’avvicinarsi della scadenza dell’adozione del Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, che il governo italiano ha anticipato di quasi un anno sulla scadenza comunitaria (13.12.2013), fissandola al 31.12.2012.
Al workshop del 28 settembre (http://www.labelab.it/ravenna2012/?event=workshop-t ) il confronto tra operatori era stato utile e stimolante (http://www.rifiutilab.it/dettaglio.asp?doc=2997&p=600) e aveva portato a due indicazioni per il legislatore:
- la necessità di coinvolgere anche il ministero dello sviluppo economico oltre a quello per l’ambiente;
- dato il ritardo nel coinvolgimento dei portatori di interesse: limitarsi a definire entro il 31 dicembre 2012 un documento di indirizzi; su questo aprire subito un percorso di progettazione condivisa capace di coinvolgere i principali soggetti in campo, per concluderlo con l’adozione entro il 13.12.2013 di un documento capace di avviare alcune significative azioni a livello nazionale e a fornire l’intelaiatura sulla quale costruire quelle di livello regionale.
Due fatti accaduti successivamente avvalorano questa ipotesi.
La mossa del MinAmb che ha aperto una “consultazione pubblica” per raccogliere le opinioni di “chiunque voglia offrire contributi o spunti di riflessione utili alla redazione del Programma di Prevenzione rifiuti”(v. http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/notizie/notizia_0429.html&lang=it ).
Il fatto che la direzione generale per l’ambiente della Commissione europea abbia pubblicato una “Linea Guida per la preparazione dei programmi di prevenzione rifiuti”, per supportare stati membri e parti interessate nell’esplorazione della molte opportunità offerte dalla politiche di prevenzione dei rifiuti e uso efficiente delle risorse (http://ec.europa.eu/environment/waste/prevention/pdf/Waste%20prevention%20guidelines.pdf )
Le Linee Guida, dopo aver esplicitati il legame con la Direttiva Quadro e l’integrazione della prevenzione in altre aree di politiche ambientali e fornito alcuni esempi di piani di prevenzione e livello nazionale e regionale, individuano e “spiegano” le cinque fasi che caratterizzano il Programma:
- ricognizione della situazione;
- scelta delle priorità;
- elaborazione di una strategia;
- pianificazione e implementazione;
- monitoraggio dei risultati.
Si passa quindi alla discussione sulle strategie per la prevenzione dei rifiuti e alla indicazioni dei principali portatori di interesse e dei flussi prioritari di rifiuti, arrivando a valutare come le strategie di prevenzione dei rifiuti possono essere declinate ai diversi livelli amministrativi.
Non mancano indicazioni per il miglior approccio ai portatori di interesse e e un’analisi delle procedure strutturate rivolta ai pianificatori.
Questa evoluzione della situazione rende ancor più attuale il percorso che questa rubrica propose a commento dei risultato del workshop, a partire dalla conclusioni di Walter Ganapini:
a) coinvolgere, oltre al Ministero dell’Ambiente, quello dello Sviluppo economico, considerando le politiche industriali la premessa della prevenzione dei rifiuti;
b) partire per farlo dall’aggregazione informale tra esperienze virtuose per rilanciare questa partita, (nel workshop di Ravenna 2012 vennero individuate alcune di queste esperienze[1]):
c) chiedere ai ministeri di puntare su un percorso partecipato e condiviso per la costruzione del Programma, che sappia coinvolgere Enti locali, aziende di gestione, Consorzi, mondo della produzione e della distribuzione, ambientalisti e consumatori
Vedremo ora chi farà la prossima mossa, se i livelli istituzionali (Ministeri di Ambiente e dello sviluppo economico) o chi ha già dimostrato competenza a capacità di promuovere e articolare la discussione su questi temi (ad es. IRISistema, e il progetto Life – Rels, organizzatori del workshop del 28 settembre).
- [1] assessori di Province con Reggio Emilia, di Comuni come Forlì, Capannori
- i Comuni emiliani (rappresentativi di 1,2 milioni di abitanti) riunitisi per sostenere quella LR sulla eco fiscalità, che consenta di trovare risorse per sostenere la prevenzione
- il mondo di “Rifiuti zero”, con le su capacità di rapporto con l’industria
- le parti sensibili di associazioni di Consorzi e Aziende, da Conai e Federambiente, ma trovando attenzioni nel mondo della produzione, andando dentro a filiere economiche. Ad es. il Consorzio Italiano Compostatori e la bio-waste economy e il mondo della chimica verde
- la distribuzione (che potrebbe uscire dalla logica della iniziativa civetta a investire con più decisione in eco prodotti e per la limitazione degli imballaggi)
- il MIUR e l’università, a partire da UniMoRE, per allagare la partita a facoltà scientifiche e politecnici)