L’Europa sempre più decisa a sviluppare il Green Public Procurement per rendere più verde l’economia
Tra le direttive da svecchiare l’UE ha messo sotto tiro quelle sugli appalti pubblici (la direttiva 2004/18/Ce sugli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture e la direttiva 2004/17/Ce sugli appalti relativi all’acqua, energia, trasporti e servizi postali)
Le proposte dalla commissione per abrogare e sostituire le vecchie normativa presentano alcuni elementi che possono portare ad un ulteriore sviluppo del Green Public Procurement (GPP), cioè “l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”. “
Gli “acquisti verdi” hanno un ruolo strategico nel definire un’offerta economica sempre più attenta all’ambiente, dal momento la domanda “pubblica” movimenta una quota del PIL pari in Italia al 17 % e nella UE al 17% (fonte Wilkipedia).
Voglio segnalare gli elementi presenti nella proposta di Direttiva che potrebbero avere, una volta recepite e sviluppate, il maggior rilievo ambientale.
Mi sembrano di particolare rilevo:
- il fatto che si preveda l’uso dei mezzi elettronici per tutte le comunicazioni, nonchè l’obbligo di trasmissione di bandi e avvisi per via elettronica e di rendere disponibili in forma elettronica i documenti di gara. Verrebbe imposto (con un periodo di transizione di due anni) il passaggio a una comunicazione integralmente elettronica per tutte le procedure di appalto. Questa scelta comporterà un grande risparmio di carta, ma anche sui tempi e sui costi della comunicazione.
- il fatto che le Pubbliche Amministrazioni potranno basare le loro decisioni di aggiudicazione (con procedure che rimarranno sostanzialmente immutate rispetto a quelle attualmente in vigore) anche sui costi del ciclo di vita dei prodotti, servizi o lavori che intendono procurarsi. Quindi la P.A. non dovrà più pensare solo a quanto gli costa acquistare un prodotto o un servizio, ma quanto gli costa gestire quel prodotto e quel servizio, e nella valutazione saranno comprese le cosiddette esternalità che oggi ricadono sull’ambiente.