Una lunga corsa ecologica per mantenere pulito l’ambiente che ci circonda, perché il corpo la mente possono “essere sani” solo in un ambiente sano.
Escursionisti, corridori, scialpinisti, climbers e via dicendo …
Non solo chi ci lavora, ma anche chi nell’ambiente si muove ha ben presente quanto sia necessario che l’oggetto della sua passione abbia bisogno di cura e salvaguardia per essere mantenuto e valorizzato.
Avrete notato che in genere chi ama l’ambiente non ama star fermo e non sopporta il littering.
Che cos’è il littering, questo cattivo portato linguisitico della modernità?
Ce lo sintetizza la presentazione di un libro che Giorgio Ghiringhelli ha dedicato all’abbandono dei rifiuti[1].
“I chewing gum, le bottiglie e le lattine, le confezioni di bevande, i pezzi di carta e di vetro, i mozziconi di sigaretta, i sacchetti di plastica, gli avanzi di cibo, le confezioni di alimenti e i piccoli imballaggi in genere: tutto ciò è litter. Si tratta di rifiuti gettati via impropriamente e illegalmente su suolo pubblico e anche privato senza che vi si presti troppa attenzione.
Purtroppo quest’incivile abitudine di gettare rifiuti dove capita senza curarsi dell’ambiente rappresenta un fenomeno in crescita, legato a uno stile di vita improntato all’usa e getta sempre più diffuso. Le ripercussioni però sono assai pesanti: inquinamento ambientale, degrado e danno estetico, effetti sulla qualità di vita, nonché elevati costi diretti di igiene urbana.”.
La voglia di fare e di muoversi e la necessità di porre un freno a questa tendenza, sia sul piano operativo che su quello culturale, ha dato origine a Let’s Clean Up Europe (LCUE) è una campagna promossa dall’Unione Europea nell’ambito del più ampio programma della SERR (settimana europea per la riduzone dei rifiuti)[2].
L’UE ritiene che chi prende parte a “Let’s Clean Up Europe!” e aiuta a tenere pulito l’ambiente,si possa rendere conto di quanti rifiuti sono abbandonati vicino a lui Perciò ritiene questa azione una opportunità unica per sensibilizzare i cittadini sui problemi dell’abbandono e per aiutare a cambiare i loro comportamenti.
Alla campagna. Giunta quest’anno alla terza edizione, possono aderire istituzioni ed enti locali, associazioni di volontariato, scuole, gruppi di cittadini, imprese e ogni altra tipologia di enti.
L’anno scorso in Italia si registrarono 375 azioni, quasi triplicando il numero delle iniziative messe in atto nella prima edizione.
Il principio è semplice : i cittadini hanno la possibilità di dare il buon esempio, ripulendo i “luoghi dell’abbandono” dove i rifiuti vengono incivilmente lasciati e non conferiti correttamente per essere avviati al riciclo.
Anche quest’anno in Italia sono state organizzate parecchie tappe[3], con un evento centrale.
E anche quest’anno Keep clean and run[4] è stata una corsa ecologica che ha visto come atleti e conduttori Roberto Cavallo e Oliviero Alotto.
Il percorso 2016 ha toccato tre Regioni dell’Italia centrale: da San Benedetto del Tronto, nelle Marche, fino a Roma, passando per Abruzzo (incluso il capoluogo L’Aquila) e Appennino laziale, coinvolgendo anche Parchi Naturali e Aree Protette e percorrendo parte della Via Francigena.
Roberto e Oliviero hanno attraversato questi luoghi a piedi, per strade e sentieri, in sette tappe, percorrendo ogni giorno circa 50 km (non senza affrontare ostacoli di un certo rilievo, come la tempesta di neve che li ha colti nell’aquilano), e compiendo con l’aiuto delle popolazioni locali azioni di pulizia del territorio dai rifiuti abbandonati.
Ogni giorno, nel Comune sede di tappa si teneva un evento-dibattito per presentare i dati di tappa e per approfondire particolari filiere di rifiuto, alla presenza di testimonial istituzionali, sportivi, del mondo dello spettacolo, ambientali, ecc.
Molto significativa mi pare la scelta del punto di arrivo; non solo Roma, ma con pasaggio davanti alla sede FAO[5] e con arrivo in Vaticano, in occasione dell’Anno Giubilare e in ideale continuità con l’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco.
Mi sembra molto significativa questa esigenza di raccolta (o forse scambio) di testimone con “Laudato si”[6]. A conferma – come ho avuto modo di ricordare in altri contributi[7] – del ruolo fondamentale che a mio avviso l’enciclica di Francesco è destinata a giocare sul terreno ambientale.
Nei miei anni giovanili mi sono formato all’ambientalismo scientifico a partire dalla lettura dei Limiti dello sviluppo che Aurelio Peccei propose per il club di Roma nel 1972[8].
Francesco nel 2015 acquisisce tutte le elaborazione scientifiche del quarantennio successivo sulla valutazione della capacità di carico di un pianeta che ha risorse finite e prende atto che sono fallite le soluzioni proposte dall’economia dello sviluppo lineare, sia nella versione liberista che in quella pianificata.
E’ la prima personalità autorevole e credibile che lo fa a livello mondiale e questo spiega il grande ascolto e la sua capacità di “egemonia”. Laudato si ha una capacità di diffusuone culturale alta perchè richiama all’impegno di ogni essere umano, credente e non, ad un atteggiamento personale e collettivo sostenibile, basato sulla difesa del “bene comune”, a partire dai diritti degli ultimi.
È la prospettiva della “riconversione ecologica e inclusiva dell’economia” come modello per uscire dalla crisi. Una prospettiva a cui possiamo avvinarci anche con “piccolo, grandi” gesti come quelli di “contenimento del littering”.
[1] L’abbandono di rifiuti e il littering, di Giorgio Ghiringhelli – Free book Biblioteca gratuita on line di Edizioni Ambiente – http://freebook.edizioniambiente.it/libro/70/Labbandono_di_rifiuti_e_il_littering
[3] http://www.menorifiuti.org/2016/04/21/dalla-marsica-a-modovi-passando-per-livorno-litalia-si-prepara-al-lets-clean-up-europe/
[6] Cui la Finestra
sulla prevenzione dei rifiuti ha dedicato un ampio commento in http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=4352&menuindex= .