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27/10/2025

Bere bene e far bene all'ambiente

Tendenze (da incoraggiare). La diffusione dell’uso alimentare dell’acqua di rubinetto nelle famiglie e ora anche nella struttura commerciale e negli esercizi pubblici.

Gli italiani sono tra i maggiori consumatori di acqua minerale del mondo: ne consumiamo poco meno di 200 litri a testa ogni anno. Si stima che ogni famiglia spenda in media attorno agli 80 € all’anno per acqua minerale. Ognuno di noi produce paria a circa 10 kg di rifiuti all’anno di bottiglie. La crescita dei consumi è sta nell’ordine del 317% tra 1980 e 2007[1].

Inoltre[2] a fronte dell’acqua minerale consumata, l’Italia produce 12,4 miliardi di bottiglie nuove l’anno consumando 655.000 tonnellate di petrolio corrispondenti all’emissione di 910.000 t di CO2 e alla produzione di (almeno) 200.000 tonnellate di rifiuti in polietilene il cui smaltimento (solo un terzo viene riciclato) è a carico di cittadini ed enti locali. Senza contare l’impatto dei trasporti (8 litri di minerale su 10 percorrono in camion centinaia di chilometri per arrivare dalla sorgente agli scaffali dei supermercati e sui tavoli dei ristoranti)

Ma da qualche tempo qualcuno ha cominciato ad accorgersi che dai nostri rubinetti sgorga un “prodotto alimentare” sano (e molto più controllato delle acque minerali) e a buon mercato, che consente di risparmiare alla stesso tempo di ridurre i rifiuti da imballaggio generati dall’uso.

La reazione è partita dal rilancio presa dell’uso alimentare dell’acqua pubblica a livello domestico, ma recentemente ha cominciato a diffondersi al di fuori della “mura di casa” .

Cosi a campagne come “Io bevo l’acqua del Sindaco” (nelle su infinite varianti come, ad es., la genovese “Bevo l’acqua del bronzino”, TiVoglioBere, e altre di cui trovate una ampia rassegna nella Newsletter n.2/2008 – Prevenire i rifiuti bevendo acqua di rubinetto sul sito Prevenzione e Minimizzazione dei rifiuti (http://www.federambiente.it/default.aspx?Action=54_sing&I0=C8AEA8F6-C665-45A3-8550-814BDBB3E3E4 hanno cominciato ad aggiungersi le iniziative per la collocazione sul suolo pubblico di “case dell’acqua” (http://www.casadellacqua.com/) o di Enti Locali e aziende acquedottistiche pubbliche che collocano in luoghi pubblici (es. http://www.irenemilia.it/news/comunicato.jsp?cod=846 ).

Ultimamente anche la GDO, che spesso usa la vendita “sotto costo” dell’acqua minerale per attirare i clienti, ha iniziato a muovere i primi timidi passi in questo percorso si sostenibilità. La coop, ad esempio, ha lanciato la campagna “Acqua di casa mia”.   Ha cominciato in alcuni supermercati a fornire acqua gratis, gasata o “naturale” da un fontanello a disposizione dei clienti (http://firenze.repubblica.it/cronaca/2010/10/08/news/coop_acqua_gratis_dal_fontanello_prima_delle_vendite_c_l_ambiente-7840280/ ) e nella pubblicità televisiva una testimonial come Luciana Littizzetto fa capire che l’acqua di rubinetto è meglio (anche se per chi non sa staccarsi dalla minerale, almeno consiglia quella a Km 0, cioè imbottigliate vico la luogo di vendita (http://gogreen.virgilio.it/b2b/news/uno-spot-per-acqua-a-firma-coop-littizzetto.html ).

E i risultati ci sono! Il lieve calo dei consumi registrato di recente dai produttori di acque minerali spiega in parte con la crisi, ma anche con gli effetti di questa presa di coscienza, se è vero che è più forte nelle zone di maggior diffusione di campagne e iniziative.

Anche a livello normativo “qualcosa di muove”.

La finanziaria del 2008 ha previsto l’istituzione di un contributo di 0,5 centesimi di euro per ogni bottiglia di acqua minerale o da tavola in materiale plastico venduta al pubblico (che alimenta un fondo di solidarietà per garantire il maggior accesso possibile alle risorse idriche secondo il principio della garanzia dell’accesso all’acqua a livello universale). E anche l’istituzione di un fondo a favore della potabilizzazione, microfiltrazione e dolcificazione delle acque di rubinetto, per favorire una migliore fruizione dell’acqua del rubinetto, ridurre il consumo di acqua potabile e la produzione di rifiuti, nonché le emissioni di anidride carbonica.

Il messaggio è semplice bevete bene , bevete sano e fate un favore al vostro portafoglio e all’ambiente.



[1]             Fonte Federambiente Linee Guida prevenzione rifiuti – 2009.

[2]             Come di ricorda Luca Martinelli nella sua “Piccola Guida al consumo critico dell’acqua”.

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