Si sono tenuti ad Ecomondo gli Stati Generali della Green Economy 2022, giunti alla loro undicesima edizione, diventati orma un appuntamento annuale fisso per il mondo istituzionale, imprenditoriale e civile per confrontarsi sul tema della transizione ecologica, ancora più importante in questo periodo di alti prezzi dell’energia e di incertezza sul futuro dell’economia. Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha evidenziato come la green economy italiana, l’economia circolare decarbonizzata siano in grado di affrontare le sfide degli alti costi dell’energia, della volatilità delle materie prime e diventare occasione di rilancio e sviluppo.

Grande partecipazione per questa undicesima edizione: altissima affluenza di partecipanti, circa 100 relatori nazionali ed internazionali, consistente anche la partecipazione alla discussione online nel corso della due giorni. Su Twitter oltre 1 migliaio di interazioni in poche ore con l’hashtag #statigreen2022. Domande e commenti che hanno generato una reach (pubblico potenzialmente esposto a contenuti social con hashtag #statigreen2022) di 1,2 milioni di utenti.

Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha sottolineato come il cambiamento del clima, sull’acqua, sulla tutela del suolo, sui beni ambientali, non deve essere un meccanismo di regressione o di difesa, non deve essere un passo indietro rispetto a quello che si ha, ma deve essere l’occasione per un passo avanti.

Alcune considerazioni di sintesi sulle giornate

CLIMA – Italia colpita duramente dalla crisi climatica

Nel 2021 le emissioni di gas serra in Italia, con la ripresa economica, sono tornate a crescere del 6,8% annullando la gran parte della diminuzione del 2020 dovuta alla pandemia: un aumento superiore a quello europeo che è stato del 6%. In Italia manca ancora una legge sul clima e il 2022 è stato un anno che ha visto la crisi climatica colpire duramente l’Italia.

RINNOVABILI – Crescono troppo poco e lentamente

Nel 2021 il consumo di energia da fonti rinnovabili è cresciuto del 3% sull’anno precedente. Poiché i consumi di energia sono aumentati, la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia è diminuita: dal 20,4% del 2020 al 18,9% del 2021. Nel 2021 la produzione di elettricità da fonte rinnovabile è stata la stessa del 2020, perché la crescita dell’eolico e del fotovoltaico è stata appena sufficiente a compensare il calo di quella idroelettrica e geotermica. Così, dato l’aumento dei consumi di elettricità, la quota di fonti rinnovabili è scesa dal 42% nel 2020 al 36% nel 2021 e i dati del primo semestre del 2022 sono addirittura peggiori. Con le autorizzazioni rilasciate per nuovi impianti eolici e solari emerge un miglioramento degli impianti installati entro la fine del 2021 e, ancora di più, il prossimo anno con 4-5 GW. Ma nonostante ciò, l’Italia non riuscirebbe a rispettare la traiettoria del nuovo target europeo al 2030.

RISPARMIO ENERGETICO – Nonostante gli alti prezzi, si migliora di poco

Nel 2021 sono cresciuti i consumi finali di energia riassorbendo non solo il calo avvenuto durante la pandemia, ma raggiungendo il livello più alto dal 2012: 114,8 milioni di tep. L’aumento dei consumi di energia ha riguardato un po’ tutti i settori: in modo più consistente i trasporti, ma anche terziario, industria, agricoltura ed edifici a uso abitativo. Il Superbonus del 110% è servito a rilanciare alcuni settori produttivi, ma molto poco a ridurre i consumi di energia: a fronte di un investimento complessivo di oltre 16 miliardi e quasi 100.000 interventi finanziati, sono stati risparmiati meno di 200.000 tep.

ECONOMIA CIRCOLARE – Si confermano le buone performance

Gli indicatori confermano una buona posizione dell’Italia nella circolarità delle economie europee: nel 2020 guida la classifica della produttività delle risorse con 3,5 euro di Pil per ogni kg di risorse consumate (+60% della media europea). Nel 2021 il riciclo ha tenuto il passo con buone performance, contribuendo a contenere la domanda di materie prime vergini e le difficoltà di approvvigionamento e di alti prezzi. Nel 2022, con il rallentamento economico e le attività di riciclo di alcune filiere, stanno entrando in una fase di difficoltà di collocazione dei materiali riciclati.

MOBILITÀ – Cambia il mercato italiano dell’auto

La transizione ecologica e climatica investe il mercato dell’auto che vede in Italia un parco di 675 auto ogni 1.000 abitanti e una forte presenza industriale nella produzione (in gran parte ormai nella componentistica) delle auto tradizionali. Ma i dati del 2021 dimostrano che qualcosa sta cambiando: nel 2021 sono state immatricolate 468.000 auto in meno di quelle vendute nel 2019, le auto diesel vendute sono state il 29% in meno dell’anno precedente e quelle a benzina il 16%; nel 2021 sono state immatricolate 136.000 auto elettriche (+127%) e 423.000 auto ibride (+91%), mentre ha ripreso a crescere la sharing mobility.

CONSUMO DI SUOLO E RISORSE IDRICHE – Due punti deboli

Il 2021 ha registrato il consumo di suolo più alto degli ultimi dieci anni: circa 19 ettari in media in più al giorno, equivalenti a 69,1 chilometri quadrati in più, con il 7,13% di copertura artificiale del suolo, resta ben al di sopra della media europea (4,2%). A causa della crisi climatica, delle ondate di calore e dei lunghi periodi di siccità, il corretto uso, il risparmio e la tutela delle risorse idriche sono di crescente importanza. Gli sprechi sono ancora insostenibili: dei circa 10 miliardi di metri cubi all’anno immessi negli acquedotti per gli usi potabili, 4 miliardi siano dispersi durante il trasporto nelle reti.

GREEN CITY – Limitato coinvolgimento delle città

Le città dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nel percorso verso la neutralità climatica, che è ormai un obbligo per i Paesi europei. Pochissime, però, hanno fissato questo obiettivo e quindi adottato misure per raggiungerlo, sia con un maggiore impegno per una crescita forte delle fonti rinnovabili, sia con misure per decarbonizzare i trasporti locali. Poche sono anche le città ad avere adottato piani di misure di adattamento ai cambiamenti climatici.

CAPITALE NATURALE – In ritardo a fronte di una situazione critica

Nel 2021 lo stato di conservazione delle specie e degli habitat documentano una situazione prevalentemente critica, senza significativi miglioramenti rispetto al 2020: il 54% della flora e il 53% della fauna terrestri sono in uno stato di conservazione inadeguato o cattivo e l’89% degli habitat tutelati sono in condizioni inadeguate o cattive. La tutela del territorio sta al 21,4% (media Ue 26,4%), rispetto all’obiettivo europeo del 30% entro il 2030.

AGRICOLTURA – Cresce la superficie biologica

Nel 2021 la superficie a coltivazione biologica è cresciuta in Italia del 4,4% rispetto al 2020, portandola al 17,4% del totale coltivato: un buon livello anche se ancora distante dal target europeo del 25% entro il 2030.

La relazione e tutta la documentazione dettagliata sugli stati generali della Green Economy è disponibile qui.

Fonte: Stati generali della Green Economy