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Rifiuti
26/03/2023

La Regione Piemonte ospita il terzo convegno nazionale di Payt Italia per lanciare la tariffa puntuale. Una giornata di lavori ad alta partecipazione.

Più di duecento tecnici e amministratori piemontesi hanno potuto rendersi conto di persona che la tariffa puntuale si può fare in tutte le situazioni e cominciare a capire quale può essere il percorso (da adattare al loro contesto) per arrivarci.


Dopo l’Emilia Romagna, anche la Regione Piemonte ha intrapreso con decisione il cammino verso la tariffa puntuale, ponendola al centro del Piano di gestione rifiuti approvato con DCR del 19 aprile 2016 n. 1401.

Aprendo il convegno “La tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani”2 (svoltosi a Torino il 22 febbraio 2017) l’assessore all’ambiente Alberto Valmaggia ha affermato che “L’applicazione della tariffazione puntuale prevedendo che il pagamento del servizio di gestione rifiuti avvenga non solo in base alla superficie occupata ed ai componenti del nucleo familiare, ma in base alla quantità o al volume dei rifiuti conferiti, si dimostra efficace nella creazione di comportamenti virtuosi nei cittadini, incentivati a limitarne la produzione e a raccoglierli in modo differenziato, riducendo di conseguenza anche il quantitativo di indifferenziato prodotto”. Diventa quindi strumento fondamentale per raggiungere l’obiettivo di piano che vuol portare entro il 2020 la produzione pro capite dei rifiuti urbani indifferenziati (più correttamente: residui – RUR) a stare all’interno dei 159 kg per anno.

La Regione sa che la sua programmazione deve essere in grado di fornire gli strumenti per raggiungere gli obiettivi di piano, che altrimenti restano astratti enunciati incapaci di incidere sulla realtà della gestione dei rifiuti.

Per questo ha voluto fornire agli amministratori (comunali, di Consorzi, di aziende di gestione) non tanto un bel convegno – nel qual si presentano i buoni risultati) quanto una vera “giornata di lavoro” – con la quale cominciare a familiarizzarsi con le pratiche gestionali che consentono di raggiungerli.

Per questo è ricorsa all’esperienza dell’Associazione Payt Italia3, che mette insieme i soggetti che hanno realizzato le migliori pratiche di tariffazione puntuale nel nostro paese.

Payt si pone l’obiettivo di una riforma della gestione delle raccolte e dell’istituto tariffario che arrivi all’introduzione della misurazione dei rifiuti e consenta di attribuire ad ogni utenza una tariffa “puntuale”. Che sia cioè un corrispettivo direttamente legato alla sua specifica produzione e in generale alla sua modalità d’uso del servizio.

Regione Piemonte e Payt Italia a Torino hanno proposto una intensa giornata di lavori, il cui livello di apprezzamento da parte dei tecnici e amministratori cui era rivolta è stato dimostrato sia del loro numero che dal fatto che i lavori sono stati seguiti lungo tutto l’arco della giornata. E che grandi sono state prima l’attenzione e poi la partecipazione a scambio di opinioni e chiarimenti richiesti ai relatori (nei momenti opportunamente dedicati al confronto sulle tesi esposte e sulle esperienze rappresentate).

Gli atti sono disponibili sul sito delle Regione Piemonte4.

La mattinata è stata aperta da una parte istituzionale, con i saluti dell’assessore, l’apertura del Dirigente del settore ambiente e governo del territorio Roberto Ronco (che merita una menzione particolare per la capacità dimostrate nell’organizzare e gestire la giornata) e intervento del rappresentante di Anci Piemonte, Mauro Barisone5.

Hanno fatto seguito gli interventi “tecnici” centrali, la cui importanza si misura nel positivo impatto che hanno avuto su una platea composta nella grande maggioranza non di persone già convinte del passaggio a tariffa puntuale, ma di tecnici e amministratori venuti per capire se e a che condizioni nelle loro situazione la tariffa puntuale sia o meno un percorso praticabile e vantaggioso

Gaetano Drosi – Presidente di Payt Italia – in un intervento dal titolo “La tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani – Principi, sistemi e modalità di misurazione per l’applicazione puntuale della tariffa e la gestione circolare dei rifiuti” ha messo in evidenza come il presupposto per l’applicazione di una tariffa “corrispettivo” (“che non è solo un modo per introitare i costi dei rifiuti, ma uno strumento eco fiscale da utilizzare in funzione della loro gestione sostenibile”) stia nella misurazione dei rifiuti (o almeno di alcune loro frazioni, sulla produzione delle quali parametrare l’attribuzione della parte variabile della tariffa).

A partire da qui ha spaziato dalle condizioni necessarie a realizzare il “salto” gestionale dalla TARI (“disporre di un collaudato ed efficace sistema di misurazione e a di un piano finanziario correttamente strutturato”) alle modalità per progettare e governare il processo, tenendo conto delle specificità territoriali e del servizio in modo da decidere su quali frazioni (sempre il rifiuti residuo – RUR, ma anche in certi casi organico, verde, …) e in che contesti (raccolta domiciliare, centri di raccolta) misurare, in modo tale che la tariffa sia commisurata alla quantità di rifiuti prodotti e al servizio reso.

Importante che per porre solide basi per permettere l’avvio del processo di trasformazione della tariffa in puntuale si siano evidenziate le cause dei mancati avvii della tariffa puntuale (in questi 20 anni in cui questo era potenzialmente possibile), identificandole principalmente come segue:

  • normativa incerta e poco chiara soprattutto nella formulazione a corrispettivo;

  • poca formazione all’interno degli Enti e troppe norme diverse in pochi anni;

  • difficoltà nella creazione di professionalità interne agli Enti/Aziende;

  • scarsa progettualità;

  • paura del cambiamento.

E ancora più importante è il fatto che commentando l’intervento il Direttore Ronco abbia esplicitato la volontà della Regione di intervenire proprio su queste cause che hanno frenato più massicci passaggi a tariffa puntuale. Sia con una autonoma produzione normativa e regolamentare come ente Regione che portando le richieste di un adeguamento normativo e regolamentare anche all’attenzione del Governo nazionale, attraverso alla conferenza Stato Regioni.

Elisabetta Martignoni (coordinatrice del Gruppo di lavoro Norme e regolamenti di Payt) ha illustrato la “Visione di PAYT: evoluzione del modello di gestione del prelievo ambientale e sviluppo di modelli di commisurazione” si è soffermata sul rapporto tra i soggetti “regolatore” (Comuni e/o Ambiti), “gestore” (il gestore del servizio”) e “passivo” (le utenze), con una “contrattualizzazione” basata sulla misurazione puntuale, che introduce un rapporto di natura sinallagmatica tra erogatore e fruitore del servizio, basato, almeno per una componente variabile della tariffa, su una prestazione calcolata in base al livello di servizi richiesti ed all’effettiva produzione di rifiuti.

Ha spiegato le conseguenze a livello di fatturazione e gestione dell’entrata e del contenzioso (non più dal giudice tributario, ma da quello ordinario) connesse alla natura patrimoniale dell’entrata.

Ha fatto capire come gestire l’articolazione dell’entrata (quota fissa e variabile) in caso di tariffa puntuale.

Ha richiamato la maturità dei sistemi di misurazione puntuale oggi disponibili e ha aggiornato sull’evoluzione del quadro normativo e regolamentare, illustrando infine la Linee Guida che Payt Italia si è data (a partire dall’esperienza dei soci) per implementare e gestire misurazione e tariffa puntuale.

Attilio Tornavacca ha chiuso la mattinata con un intervento che ha dimostrato come la tariffa puntuale sia praticata con successo a livello continentale e negli Stati Uniti.

Il dato sorprendente della sessione pomeridiana, che ha segnato il successo dell’iniziativa, è stato che quasi tutti i presenti si sono fermati, dopo una mattinata che in sé esaustiva sui principi, oltre che piuttosto intensa data la caratura degli interventi tecnici.

E che non abbiano voluto perdersi ma anzi abbiano seguito con molta attenzione (e interloquito con i protagonisti nella successiva fase di dibattito) la parte dedicata alle esperienze, con un ragionamento sulle buone pratiche messe in campo e consolidato in anni di gestione della tariffa puntuale da tre Consorzi di Comuni associati a Payt, il piemontese Consorzio Chierese (TO), il veneto Consorzio Priula (TV) e il lombardo Consorzio dei Navigli (MI).

Grazie alla regia di Payt, i tre Consorzi hanno saputo portare non solo delle ottime pratiche e degli eccellenti risultati, ma anche qualcosa di più.

Vale a dire la capacità di dimostrare come i principi esposti la mattina sono stati declinati in pratiche gestionali che hanno elementi comuni e altri diversi e hanno saputo adeguarsi ai contesti, ottenendo tutti risultati eccellenti. Tra l’altro sia in regime di TARIP che in regime di TARI puntuale – a dimostrazione che la discriminante non è tanto la forma giuridica, quanto la capacità di legare la misurazione del rifiuto alla determinazione puntuale della tariffa.

Lo si può vedere valutando gl’interventi di Davide Pavan (direttore del Chierese), Paolo Contò (direttore del Priula) e Carlo (Lucio) Ferrè (Presidente dei Navigli), ma anche – come hanno ben colto i presenti – le loro risposte alla numerosissima domande della sala. Che hanno provocato un seguitissimo confronto che si è svolto senza nascondere le criticità ma spiegando come si sono affrontate e come questo fatto si è spesso rivelato un momento di crescita per le esperienze.

In definitiva questa “giornata di lavoro” ha dato ai partecipanti una positiva “scossa di partenza” verso la tariffa puntuale.

Un terreno peraltro sul quale in Piemonte esistono già esperienze interessanti e consolidate, da quella consortile del Consorzio Chierese a quelle di Comuni di eccellenza come Villafranca d’Asti (AT) e Dogliani (CN) e dove (come è merso dal convegno) a Novara a Vercelli si sta andando verso sperimentazioni significative, così come più a macchia di leopardo anche in altre zone (ad es. alcuni Comuni della Valsusa).

Molto però dipenderà da come la Regione sarà in grado di sostenere l’azione degli enti locali, soprattutto sul piano della continuità nella fornitura di stimoli e sostegni tecnici, continuando sulla strada intrapresa con questa (prima?) “giornata” di lavoro, aggiungendo un autonomo livello di produzione normativa a regolamentare.

O magari mettendo a punto sistemi penalizzanti e incentivanti a partire dalla creazione di un fondo come quello (a suo tempo descritto dalla Finestra sulla prevenzione dei rifiuti6) con il quale la Regione Emila Romagna sta incentivando prevenzione dei rifiuti e passaggio a tariffa puntuale.

O sostenendo l’azione di Comuni e Consorzi con la creazione di uno “sportello tariffa” a livello regionale e negli organismi a cui la nuova LR assegnerà funzioni di governance sui rifiuti.

O facendo come il Veneto, che se è arrivata ad essere la Regione a statuto ordinario più avanzata sulla tariffa puntuale in Italia lo deve anche all’azione di Arpa Veneto, che nel 2002 mise insieme i migliori esperti per mettere punto Linee Guida e strumenti ammnistrativi (Regolamenti tipo) per accompagnare la trasformazione a tariffa e li diffuse con un seminario tecnico per Provincia rivolto a tecnici e Amministratori.

E, se è vero che il livello nazionale è imprescindibile per “spalancare le porte” alla trasformazione tariffaria, Regione Piemonte potrebbe proporre (servendosi come ha fatto in questa occasione del contributo di idee ed esperienziale messo a disposizione da Payt Italia) alcune semplici misure.

In primo luogo una rapida definizione del DM sulla tariffa puntuale.

Ma anche, se si vuole che la “tariffa corrispettivo” non venga “protetta, ma confinata in una riserva indiana” bisogna che essa diventi il motore della riforma dell’intero istituito tariffario.

Come è stato detto a Torino, si può consentire una provvisoria applicazione della TARI tributo solo fino a che l’entrata in vigore della tariffa puntuale corrispettiva di cui all’art. 1 c. 667 l. 147/2013 porti alla abrogazione dei prelievi in vigore, sia Tari di cui all’art. 1 c. 639 (tassa a coefficienti presuntivi o con commisurazione puntuale, applicata dal comune senza iva) che tariffa di cui all’art. 1 c. 668 (tariffa corrispettiva per Comuni che già avevano sistemi di misurazione puntuale, applicata dal Gestore con iva).

Il periodo transitorio può durare fino a scadenza degli affidamenti in essere e comunque non può andare oltre una data che sia definita in modo certo, in modo da consentire agli operatori di avere il tempo per prepararsi, ma anche di dare loro il senso che il cambiamento è imprescindibile.

1 http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2016/18/siste/00000033.htm http://www.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/rifiuti_urbani.htm
2 http://www.payt.it/?p=942
http://www.regione.piemonte.it/pinforma/ambiente/1008-tariffa-puntuale-punto-cardine-del-piano-rifiuti.html
3 http://www.payt.it/
4 http://www.regione.piemonte.it/ambiente/rifiuti/pubblicazioni.htm ed entrare in “Atti seminari”; dalla prima riga in alto (Torino, mercoledì 22 febbraio 2017 – La tariffazione puntuale del servizio di gestione dei rifiuti urbani Inquadramento normativo, metodi e sistemi, obiettivi e finalità) si scaricano le relazioni.
5 Si riporta una sua dichiarazione che “schiera” Anci a favore della tariffa puntuale http://www.anci.piemonte.it/news/archivio-2017-col-180/1652-tariffa-puntuale-dei-rifiuti-se-n-e-discusso-a-torino
6 http://www.labelab.it/dfgh987/anche-lemilia-romagna-diventera-una-regione-virtuosa-nella-gestione-dei-rifiuti/

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