La presentazione a Roma dell’anno di sostegno della gestione dei rifiuti della capitale da parte dell’International Advisory Board e una tre giorni fiorentina di Zero Waste Italia per fare il punto sulla gestione circolare dei rifiuti
Zero Waste International[1] e Zero Waste Italia[2] la settimana scorsa hanno mobilitato alcuni tra i loro personaggi più rappresentativi sul piano tecnico scientifico per sostenere il passaggio ad una politica dei rifiuti circolare nel nostro paese, con una specifica attenzione per la capitale.
Parto da quello che è successo a Roma.
Con l’obiettivo “Rifiuti Zero” la città ha accolto e ospitato, fino a giovedì 26 ottobre 2017, l’International Advisory Board per Roma verso Rifiuti Zero [3].
L’iniziativa è stata promossa dall’assessorato alla Sostenibilità Ambientale di Roma Capitale e da Zero Waste Italy, con il sostegno di Acea e Ama.
La Sindaca Virginia Raggi ha ringraziato l’International Advisory Board per Roma verso Rifiuti Zero che gratuitamente si è messo a disposizione per supportare il Comune, mentre l’assessora alla Sostenibilità Ambientale Pinuccia Montanari ha chiarito le forme che questa collaborazione assumerà, specificando che “Abbiamo previsto incontri tecnico-operativi con Ama e con Acea … per confrontare le azioni previste dal nostro Piano per la riduzione e la gestione dei materiali post consumo con le migliori esperienze internazionali al fine di orientare la Capitale verso l’obiettivo rifiuti zero. Con questa iniziativa vogliamo dare ancora più forza alle azioni che abbiamo già messo in campo per dare a Roma efficienza e decoro”.
Roma, dopo essersi data un ambizioso Piano 2017-2021 per arrivare a ridurre entro il 2021 la produzione annuale di rifiuti di 200mila tonnellate, aumentare la raccolta differenziata dal 44% al 70%, realizzare nuovi impianti di riciclo e compostaggio e una nuova organizzazione di Ama basata su unità di Municipio[4] si muove quindi per superare la stucchevole querelle con chi l’accusa di lavorare ad un “libro dei sogni”[5].
Intanto si è assicurata un autorevole e gratuito patrocinio ai suoi piani da parte di un gruppo di esperti rappresentativo della rete internazionale Zero Waste[6].
Il “board” avrà il compito di accompagnare Roma nell’applicazione dei dieci passi verso Rifiuti Zero a partire dal Piano di gestione dei materiali post-consumo che prevede il raggiungimento del 70% di raccolta differenziata entro il 2021. Un piano strategico basato sulla riduzione dei rifiuti, progetti di riparazione-riuso, realizzazione di impianti di compostaggio e graduale riconversione degli impianti di trattamento meccanico biologico in “fabbriche di materiali”, volte a recuperare materiali anche dai flussi di scarto ancora contenuti nello scarto indifferenziato.
Il suo portavoce, Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy, ha spiegato che “L’International Advisory Board per Roma verso Rifiuti Zero lavorerà pro bono per la città di Roma durante tutta la fase di avvio di questo processo virtuoso, che durerà almeno un anno. In questi giorni avremo modo di verificare sul campo le potenzialità di una sfida che assume ancor più significato perché avviene in una delle più prestigiose ed importanti capitali internazionali. ‘O vinciamo tutti o perdiamo tutti’ è il messaggio centrale di questo lavoro che chiede a istituzioni, differenti schieramenti politici e a tutti i cittadini di coalizzarsi nell’interesse generale. Siamo convinti che la rinascita di Roma può avere nell’attivazione del percorso Rifiuti Zero un formidabile trampolino di lancio in grado di risanare l’ambiente e di far respirare la democrazia, quella vera che parte dalla cittadinanza attiva e dal civismo delle comunità”.
A suggellare l’impegno la mattina di mercoledì 25 ottobre la delegazione si è ritrovata presso la Sala Pietro da Cortona, ai Musei Capitolini, per un approfondimento sul tema “La strategia Rifiuti Zero alla luce dell’Enciclica Laudato Si”, un incontro volto a connettere gli obiettivi dello “spreco zero” con quelli dell’Enciclica di Papa Francesco. L’evento è realizzato in collaborazione con l’Università Pontificia Antonianum.
Nella seconda metà della settimana quella che potremmo definire la “compagnia di giro” di Rifiuti zero ha cambiato palcoscenico, portando una buona parte dei suoi interpreti a calcare la scena fiorentina, per un Incontro nazionale e internazionale dei comuni e delle comunità Rifiuti Zero[7].
Dal pomeriggio di venerdì 27 alla mattina di domenica 29 in una bella villa di Campi Bisenzio, fuori Firenze si è svolta una tre giorni, organizzata da Zero Waste Italia[8], con la quale si è valutato il contributo che queste comunità stanno dando e possono dare alla costruzione di politiche circolari dei rifiuti.
Si sono incontrati grandi esperti nazionali e internazionali, amministratori da tutta Italia e dall’estero, attivisti e cittadini impegnati per la causa Rifiuti Zero e la difesa della salute e dell’ambiente[9].
Ricchissimo il programma[10].
La sera del 27 all’accoglienza e alla cena conviviale di benvenuto ha fatto seguito una discussione sull’apporto che le esperienze dei Comuni che già sono più avanti nella realizzazione della strategia “rifiuti zero” possono dare all’azione dei Comuni della piana fiorentina per evitare modelli di gestione basati sulla centralità dello smaltimento e sul ricorso a forme antiquate e nocive come l’incenerimento dei rifiuti; questo tema è stato poi ampiamente ripreso anche il giorno successivo.
Sabato 28 è stata la giornata centrale per lo scambio di esperienze e pratiche.
Ero curioso di valutare l’avanzamento della penetrazione della strategia e della sua capacità di avviare e consolidare le pratiche. Perchè questo è l’elemento che fa di “rifiuti zero” non solo una bussola per orientare la gestione dei rifiuti in senso circolare e una parola d’ordine “oppositiva” ma un concreto terreno per progettare, implementare e misurare gli effetti di azioni positive di cambiamento.
Da questo punto di vista le risposte che la giornata ha dato – soprattutto con l’articolata sessione su “LE MIGLIORI PRATICHE ZW ITALIANE ED INTERNAZIONALI A CONFRONTO” (con l’intervento di ospiti internazionali, dagli esperti dello ZW International Board, ma anche e soprattutto di sindaci (e amministratori di tutta Italia) sono molto positive e interessanti.
I Comuni che hanno adottato la delibera verso rifiuti zero sono arrivati a 261 per un totale abitanti di 5.826.132 abitanti.
Ma soprattutto sono ormai raggiunti risultati (in termini di alti livelli di raccolta differenziata e contenimento dei RU e RUR e di passaggio a tariffa puntuale) non più in casi singoli, ma a livello di grandi consorzi e di importanti città capoluogo di provincia.
Di gran significato gli interventi dell’assessore Pinuccia Montanari sull’esperienza romana, che sta cercando di uscire da una crisi che ha alle spalle l’attrazione fatale della più grande discarica d’Europa e deve fare i conti con le difficoltà a rendere efficiente un’azienda che viene da anni di gestione clientelare con un coraggioso “salto nel futuro” che si alimenta nelle idee e nel sostegno tecnico scientifico di Rifiuti zero e del Sindaco di Parma Pizzarotti che ha fatto toccare con mano gli esti positivi dell’applicazione della strategia rifiuti zero in una città di una certa dimensione.
La cui forza e praticabilità è dimostrata dal recente passaggio dei comuni forlivesi da Hera spa alla società in house Alea srl [11], che segna lo storico passaggio da una gestione dei rifiuti lineare[12] ad una circolare[13].
Un quadro “locale” che trova il suo riscontro positivo nelle notizie storica che giungono dalla Commissione Europea, che ha recentemente varato una comunicazione[14] che tende a ridurre gli incentivi all’incenerimento, considerato in contrasto con l’economia circolare[15].
I lavori della tre giorni si sono conclusi con la sessione della domenica mattina, dedicata alle buone pratiche Rifiuti Zero di economia circolare[16] in due settori economici di primaria importanza nei rispettivi territori, con la presentazione del progetto Life Ecopulplast – un intervento industriale teso a ricavare manufatti in plastica dagli scarti di pulper delle cartiere e di un’esperienza di utilizzo del compost di qualità nella viticultura[17].
Le due iniziative di questa settimana segnano a mio avviso, ai di là dei risultati specifici cui hanno portato (o porteranno, nel caso romano) un salto di qualità nell’azione della rete rifiuti zero in Italia, in termini di egemonia culturale e di crescente capacità di influenzare le concrete politiche di gestione dei rifiuti nel nostro paese.
Approcciare la gestione dei rifiuti come parte della gestione dei materiali in un’economia circolare che limita il prelievo e ottimizza l’uso delle risorse (materiche ed energetiche) è una ispirazione che tende ad affermarsi sempre di più nella normativa ma anche nelle scelte concrete di Comuni e loro aziende.
Nelle loro scelte su configurazione e forme di affidamento del servizio, sul passaggio a tariffa puntuale come forma di pagamento ma anche per ispirarne la gestione al “chi inquina paga” e via dicendo …
Questo fatto ha e avrà sempre più due conseguenze, che nelle giornate romane e fiorentine si sono potute cogliere con grande evidenza:
- È sempre più evidente che rifiuti zero è il futuro, la risposta coerente con la trasformazione circolare dell’intera economia, oltre che essere in linea con l’evoluzione normativa comunitaria e nazionale. Ne è prova il titolo del piano con il quale Roma si impegna ad affrontare quella che i giornali presentavano solo come continua emergenza, impiantistica e di raccolta: non “piano di gestione rifiuti”, ma un “Piano per la riduzione e la gestione dei Materiali Post-Consumo di Roma Capitale 2017-2021”.
- Questa gestione moderna, sostenibile e labour intesive dei rifiuti sta superando e prendendo il posto di quella vecchia[18] proprio negli insediamenti più storici e consolidati di quest’ultima. Di straordinario valore da questo punto di vista l’uscita da Hera spa dei comuni forlivesi, che hanno dato vita ad una nuova società (Alia spa) in associazione con i Comuni trevigiani di Contarina spa.[19] Sintomatico che tra gli striscioni che adornavano la splendida ”sala della limoniera” dove si è svolto il convegno ce ne fosse uno che sintetizzava questo passaggio “simbolico” (C’Hera una volta …”)
In definitiva, questa settimana tra Roma a Firenze Rifiuti zero ci ha fatto respirare aria buona e ha portato una ventata di ottimismo in chi lavora per una gestione circolare dei rifiuti.
Tanto che è stato posto il problema di passare dallo sviluppo e dall’allargamento delle buone pratiche (che sono e saranno sempre l’indispensabile punto di partenza, la dimostrazione della fattibilità e della convenienza della strategia) a due elementi necessari ad ampliarne penetrazione e sviluppo:
- far maturare i necessari cambiamento nel quadro normativo che ne facilitino lo sviluppo[20];
- radicare sempre di più gli interventi sugli “errori industriali”. Il lavoro sulla “doppia sporca dozzina”[21] e sulla circolarità dell’economia (v. pulperplast e compost vino) sono ottimi punti di partenza.
[1] http://zwia.org/
[2] http://www.zerowasteitaly.org/
[3] https://it.notizie.yahoo.com/al-via-linternational-advisory-board-per-roma-verso-141530930.html
[4] https://www.comune.roma.it/pcr/it/newsview.page?contentId=NEW1460481
[5] http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/14/rifiuti-roma-il-governo-al-campidoglio-obiettivi-differenziata-ambiziosi-serve-discarica-il-comune-non-se-ne-parla/3521989/
[6] Il coordinatore del comitato scientifico del “board” è Paul Connett, professore emerito di chimica della Saint Lawrence University di New York, mentre il ruolo di è affidato a Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe e di Zero Waste Italy. Faranno parte della “task force” anche Rick Anthony, presidente della Zero Waste International Alliance, Ruth Abbe, presidente di Zero Waste USA, Jack Macy, della municipalità di San Francisco, Joan Marc Simon, direttore esecutivo di Zero Waste Europe ed Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste Europe.
[7] http://www.zerowasteitaly.org/incontro-nazionale-e-internazionale-dei-comuni-e-delle-comunita-rifiuti-zero/
[8]http://www.zerowasteitaly.org/chi-siamo/
[9] Tra di loro c’erano esperti dello ZW International Board quali Paul Connett, Jack Macy, Rick Anthony, Ruth Abbe, May Permutter, Joan Marc Simon, Enzo Favoino, Paolo Conto’, ma anche sindaci quali Giorgio Del Ghingaro, sindaco del comune di Viareggio e primo sindaco ad aver aderito alla strategia ZW in Italia ed in Europa nel suo primo mandato a Capannori, Luca Menesini, attuale sindaco del comune di Capannori, l’assessora all’ambiente di Roma Pinuccia Montanari e amministratori quali Alain Marois, presidente del consorzio rifiuti Smicval della Gironda – FR, Ivan Stomeo, referente per la gestione rifiuti di ANCI nazionale e Concetta Mattia a nome di Anpas nazionale. Tantissimi comuni rappresentati dai loro sindaci e amministratori saranno presenti dal Sud al Nord d’Italia.
[10] Programma-Incontro-Nazionale.pdf
[11] http://www.ilrestodelcarlino.it/forl%C3%AC/cronaca/rifiuti-societ%C3%A0-alea-ambiente-1.3181593
[12] Che considera il rifiuto e mira a smaltirlo (col ciclo grandi cassonetti – mezzi monooperatore – discarica e inceneritore).
[13] Che considera la materia e l’energia mira a recuperarla (prevenzione – raccolta differenziata e riciclaggio – tariffa puntuale).
[14] waste-to-energy.pdf
[15] http://www.riciclanews.it/rifiuti/commissione-ue-incentivi-incenerimento_6803.html
[16] “Il progetto Life ecopulplast, dallo scarto di pulper delle cartiere ai manufatti in plastica seconda vita” è stato presentato da Enrico Fontana, direttore di Lucense, centro di ricerca del comparto cartario di Lucca, e la discussione è stata introdotta e coordinata da Patrizia Lo Sciuto, vicepresidente di Zero Waste Italy.
[17] Con interventi di Alain Marois, presidente del consorzio rifiuti SMICVAL della Gironda – FR, della zona dei vigneti del Bordeaux e di Alberto Bencista’ fondatore del bio-distretto di Greve in Chianti.
[18] Quella basata su una industrializzazione del settore che puntava alla meccanizzazione della raccolta con cassonetti sempre più grandi, sull’uso di mezzi con mono-operatore e sulla costruzione di impianti di smaltimento – discarica o inceneritore – sempre più grandi.
[19] http://www.contarina.it/
[20] Dolo per fare due esempi: la legge popolare rifiuti zero, che giace nei cassetti del Parlamento, si è conquistata una credibilità scientifica e un sostegno tecnico culturale per porte essere riproposta con forza all’inizio della prossima legislatura. O una riforma dell’istituto tariffario in senso correspettivo e puntuale è pure maturo e proponibile, grazie al “grande lahttp://www.labelab.it/dfgh987/come-va-con-la-doppia-sporca-dozzina/voro” fatto in questi anni da Payt Italia – http://www.payt.it/ .
[21] http://www.labelab.it/dfgh987/come-va-con-la-doppia-sporca-dozzina/