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Rifiuti
29/03/2023

L'uso di strumenti economici e lo sviluppo della responsabilità estesa del produttore per prevenire i rifiuti: la UE rilancia.

Da una relazione della Commissione in vista della del riesame degli obiettivi UE in tema di rifiuti massima priorità all’uso di strumenti economici e alla EPR.

Per avviare la revisione della “strategia tematica” sulla prevenzione e il riciclaggio, in vista del riesame degli obiettivi dell’Unione in materia di rifiuti, previsto per il 2014.  è stata pubblicata il 16 aprile 2012 una Relazione della commissione (http://reteambiente.it/repository/normativa/16564_relazione_dg_ambiente.pdf ).

Lo studio segnala che “i rifiuti sono un buon affare”, se è vero che nel  2008 il settore della gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell’ UE ha realizzato un fatturato di 145 miliardi di euro per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro. La piena attuazione della politica comunitaria sui rifiuti “potrebbe creare altri 400mila posti di lavoro nell’Ue, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore”.

Contemporaneamente ci si interroga sulla grande disparità di risultati ottenuti dagli Stati membri nell’applicazione della politiche sui rifiuti definite a livello comunitario, laddove accanto ai 6 casi più virtuosi, con percentuali di riciclo superiori al 70% e che conferiscono in discarica meno del 3% dei rifiuti urbani, abbiamo ancora paesi dove la maggior parte dei rifiuti finisce tuttora in discarica.

 “I rifiuti sono troppo preziosi per essere semplicemente buttati via: con una gestione oculata è possibile reiniettarne il valore nell’economia – spiega Janez Potocnik, commissario Ue per l’ Ambiente. Gli Stati virtuosi “non soltanto sfruttano il valore dei rifiuti, ma hanno contestualmente creato anche industrie fiorenti e numerosi posti di lavoro; la relazione illustra come ci sono riusciti: aumentando l’attrattiva economica della prevenzione, del riutilizzo e del riciclaggio mediante strumenti economici selezionati”.

Si può stimare che se l’applicazione di strumenti quali una tassazione elevata sulle discariche o l’applicazione della  tariffa puntuale fosse implementata anche dagli Stati dove più del 75% dei rifiuti finisce tuttora in discarica, oltre agli ovvi vantaggi ambientali si potrebbero creare anche 400,000 nuovi posti di lavoro.

Per questo motivo la Commissione intende utilizzare i  risultati dello studio per promuovere l’uso di strumenti economici da parte degli Stati membri, in particolare dove la gerarchia dei rifiuti non è sufficientemente applicata.

In particolare ci si concentrerà su tre tipi fondamentali di strumenti economici:

(1) oneri per lo smaltimento e trattamento dei rifiuti (discariche e inceneritori),

(2) sistemi tariffaria puntuali “Pay-as-you-throw” (e qui sarà necessario che il legislatore nazionale intervenga  a correggere orientando in questo senso quanto previsto per la nuova TARES, che a partire dal 1 gennaio 2013 sostituirà i precedenti regimi Tarsu e Tia[1]) e

(3) i regimi di responsabilità del produttore.

Al riguardo, un altro studio specifico sui regimi di responsabilità estesa del produttore sarà lanciato nel 2012, concentrandosi sulle migliori pratiche per garantire che i sistemi di costo efficienti sono messo in atto.

Va rilevato, infine,  che la Commissione sta vagliando l’ipotesi di inserire la buona gestione dei rifiuti fra le condizioni per l’ottenimento di determinati fondi europei.



[1]    V. art. 14 del  DL Salva Italia il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge con legge  di conversione 22 dicembre 2011, n. 214.

 

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