Ridurre il rifiuto non è possibile senza pensare alla nobiltà del gesto che valorizza fino in fondo il valore d’uso dei beni, utilizzandolo anche quando perdono il loro valore “di mercato”. Cominciamo col portare a casa il cibo non consumato.
L’estate è piena di occasioni. Si va a mangiare fuori qualche volta di più, al ristorante o a qualche sagra.
Niente resti sulla tavola!
E’ ora di uscire definitivamente allo scoperto, dando valore culturale al gesto che molti di noi praticano già, quando vanno al ristorante o a mangiare ad una sagra o festa territoriale.
Io so che portare via la bottiglia con il vino non consumato non solo mi consente di godermelo in un altro momento, ma affida a me la scelta sul suo fine vita.
E so bene quale destinerò al re-imbottigliamento, consentendole di proseguire il suo ciclo di vita (e a me di risparmiare sull’acquisto di un conteniotre nuovo per imbottigliare il mio vino) e quale al riciclaggio, cioè a farle riacquistare nuova vita senza intaccare il capitale naturale, se non per il consumo dell’energia necessaria (comunque inferiore a quella impiegata per la bottiglia “nuova”).
E anche quando chiedo di portare via ciò che non consumo, per finirlo a casa, so di fare un gesto che non solo premia il mio gusto, ma – ancora una volta – mi consente di evitare un rifiuto.
Se gola ed ambiente possono andare assieme non è solo scegliendo il ristorante o la sagra di qualità e con prodotti a km 0, ma anche pensando attivamente al “fine vita” di cibi e contenitori-
Sempre secondo la scala che parte del loro riutilizzo – prima umano e poi animale – e poi dall’invio di ciò che ancora restasse al riciclaggio o al compostaggio.
Per sperimentare tutto ciò le sagre estive sono un’ottima occasione e vi invito a farlo !
Questo consiglio fa parte del mio mestiere di rifiutologo (oltre che della mia esperienza vissuta di frequentatore di ristorante e sagre).
Ma del mio mestiere fa parte anche segnalare le novità tecnico processistiche e che possono aiutare al riguardo
Ed ecco una notizia positiva.
Dopo le positive sperimentazione realizzate in Provincia di Trento col progetto “Ri-gustami a casa” [1] il Ministero dell’Ambiente ha lanciato a livello nazionale la campagna “Family Bag. Non sprecare, il nuovo stile di vita” , presentandola come una piccola rivoluzione nelle abitudini degli italiani al ristorante”[2].
Le ragioni sono legate alla lotta allo spreco alimentare[3].
Se ne è parlato a lungo Expo 2015 e la sottosegretaria dell’Ambiente Barbara Degani (che aveva la delega all’Expo) ha deciso di non far passare troppo tempo per porre in essere azioni concrete con un immediato impatto sulle abitudini e lo stile di vita degli italiani.
“E’ nostro dovere, come ci ricorda anche il Papa con la sua Enciclica, agire per migliorare il nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda. Noi abbiamo intrapreso un’importante iniziativa occupandoci di rivedere le Linee Guida dell’Educazione Ambientale assieme al Miur perché riteniamo che sia fondamentale formare gli uomini del futuro con una coscienza ambientale molto forte. Il tema dell’alimentazione e dello spreco è uno dei pilastri imprescindibili di questo percorso.
L’introduzione dei Family Bag[4] nei ristoranti è un passaggio culturalmente importante, … che nell’immaginario deve affrancare dal pudore di richiederlo a fine pasto. Non sprecare deve essere il nuovo stile di vita, e dunque richiedere una FB connoterà un comportamento virtuoso”.
Ora le istituzioni che volessero replicare questa iniziativa nel proprio comune, regione o provincia possono contattare il MinAmb[5].
Importante è anche la dichiarata partecipazione del sistema industriale legato al ricilaggio a questo progetto, che appare in grado di integrare due modelli di economia circolare: quello del recupero a fini sociali oltre che alimentari della eccedenze alimentari e quello del ricilaggio della materia per dare nuovi imballaggi con un minore dispendio energetico e creando occupazione[6].
Si va verso un accordo per una sperimentazione nel Veneto.
In una Conferenza stampa fissata per il 10 Dicembre Ministero dell’Ambiente e Unioncamere Veneto firmeranno una dichiarazione di intenti nella quale si impegnano mutuamente a portare a termine il progetto nel miglior modo possibile.
Unioncamere Veneto ha individuato 100 ristoranti appartenenti alle tre Associazioni dei Ristoratori ai quali verrà recapitata una prima fornitura di Family Bag realizzata con i materiali di riciclo dei Consorzi di filiera.
I ristoratori aderenti al progetto pilota, che parte dal Veneto, riceveranno quindi un centinaio di Family Bag realizzate in plastica (Corepla), alluminio (Cial), carta (Comieco), legno (Rilegno) e acciaio (Ricrea).
Il marchio delle Family Bag è stato realizzato con l’obiettivo di rendere il riutilizzo del cibo avanzato al ristorante un’abitudine socialmente condivisa e non più imbarazzante. Per farlo, era necessario approcciare il logo e la grafica della Family Bag come se fosse un brand di moda[7].
Staremo a vedere e monitoreremo gli sviluppi di questo progetto, ma intanto l’invito della Finestra sulla prevenzione dei rifiuti è – come sempre – a “cominciare da noi” …
Già da quest’estate cioè cominciamo al ristorante a chiedere anche acqua di rubinetto e scegliere menù a km 0 e a scegliere – tra la tante – le sagre che oltre al cibo km 0 (quello ce l’hanno quasi tutte, non a caso di solito hanno il nome di una delle tipiche produzioni o specialità eno gastronomiche locali) danno stoviglie riutilizzabili (vuole dire che hanno alle spalle delle lavasotoviglie, magari prese e gestite in comune con un circuito di altre sagre locali …) o sono gestite da associazioni di volontariato in grado anche di “lavare in piatti”.
La logica è sempre quella della domanda che condiziona l’offerta: un piccolo gesto da parte di ognun* è il modo migliore per fare adeguare chi ci offre il cibo ai comportamenti che noi premiamo e per far si che il legislatore evolva la regolamentazione normativa in questo senso …
Da quest’estate, cominciate a portarvi a casa i resti delle sagre !
Farete tendenza, detterete le regole dell’eleganza e sarete degli innovatori …
[1] http://www.eco.provincia.tn.it/approfondimenti/pagina9.html
[3] I dati sono sotto gli occhi di tutti: su questa Terra una persona su 8 soffre la fame, 2 miliardi di persone sono malnutrite mentre un terzo del cibo prodotto, pari a 1,3 mi
liardi di tonnellate viene sprecato. I costi ambientali associati allo spreco corrispondono a circa 250.000 miliardi di litri d’acqua, 1,4 miliardi di ettari di terra e sono responsabili per l’emissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di Co2.
[4] Si tratta di un upgrade semantico del più noto doggy bag, che permette non solo di svecchiare il termine ma anche di affrancare il concetto dal ghetto del nostro immaginario.
[6] Il Presidente di CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi – Roberto De Santis –ha ricordato che l’ impegno di Conai in 15 anni ha generato un modello virtuoso, arrivando al recupero di 3 imballaggi su 4 e alla costruzione di un modello di economia circolare in grado di creare sviluppo e occupazione sul territorio.
[7] Sono così state associate le iniziali del naming a elementi grafici che rappresentassero in modo sintetico e iconico avanzi di cibo mangiucchiati. Il risultato è una texture elegante e pulita, che fa sembrare la Family Bag quasi una pochette di un brand di alta moda.
D’ora in poi, portare a casa gli avanzi della cena al ristorante sarà davvero chic. Per meglio chiarire questo concetto espresso visivamente dal solo marchio, sono state apposte delle informazioni sul retro del Pack che portano la seguente scritta: “Da oggi, grazie alla Family Bag, avanzare il cibo al ristorante non sarà più un problema.Non dovrai più sentirti in colpa né per aver sprecato del cibo ancora potenzialmente buono, né dovrai aver paura di offendere il ristoratore.
Portando a casa il tuo cibo, infatti, aiuterai a evitare gli sprechi e lusingherai il cuoco portando le sue ricette anche a casa tua, magari condividendole con la tua famiglia
o con i tuoi amici.
Ma non solo,
farai la tua parte nell’economia circolare, l’economia che si basa sulla valorizzazione delle risorse e sulla prevenzione degli sprechi.
E in più, grazie all’esclusivo design della Family Bag, lo potrai fare con stile.
Da oggi non sprecare il cibo sarà qualcosa di più di una buona azione: sarà un nuovo stile di vita.”