E’ stato pubblicato a fine dicembre il rapporto rifiuti urbani 2023 di ISPRA che contiene l’analisi sulla produzione, raccolta, gestione e recupero energetico sui rifiuti urbani in Italia del 2022.

Nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani – poco più di 29,1 milioni di tonnellate – non è allineata all’andamento dei principali indicatori socioeconomici: a fronte di incremento del PIL e delle spese delle famiglie (rispettivamente, del 3,7% e 6,1%), i rifiuti urbani diminuiscono in tutte le macro aree geografiche. Nei 14 comuni con popolazione residente al di sopra dei 200 mila abitanti, tra 2021 e 2022 si registra invece un lieve incremento dello 0,4%.

I principali dati in sintesi:

  • aumenta la raccolta differenziata nazionale che si attesta al 65,2% della produzione totale;
  • le percentuali più alte di raccolta differenziata si registrano in Veneto, con il 76,2%, e in Sardegna (75,9%). Supera per la prima volta la soglia del 50% la regione Sicilia (51,5%), che nell’ultimo quinquennio fa registrare un aumento di 22 punti percentuali;
  • gli impianti di gestione dei rifiuti urbani, operativi nel 2022, sono 654. Oltre la metà sono dedicato al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata anche se non tutte le regioni ancora dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti. Il recupero di questa frazione viene effettuato, in maniera prevalente, negli impianti di trattamento integrato anaerobico/aerobico, che trattano il 50,8% dei quantitativi complessivamente avviato agli impianti di gestione della frazione organica, seguiti dagli impianti di compostaggio (44,4%), la restante quota del 4,8% è gestita negli impianti di digestione anaerobica;
  • la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 49,2%, in crescita rispetto al precedente anno (48,1%) ma non ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è peraltro ben più ambizioso e pari al 65%);
  • i rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica rappresentano il 17,8% del quantitativo dei rifiuti prodotti a livello nazionale (in termini quantitativi circa 5,2 milioni di tonnellate, in calo del 7,9% rispetto al 2021), occorre pertanto ridurre ancora questa forma di smaltimento per raggiungere gli obiettivi europei;
  • gli imballaggi e rifiuti di imballaggio sono tra i flussi maggiormente monitorai in Europa, con ambiziosi obiettivi di riciclaggio fissato al 2025 e al 2030: tutte le frazioni merceologiche hanno già ampiamente raggiunto i target fissato a livello europeo per il 2025, ad eccezione della plastica che comunque è prossima all’obiettivo (48,9% a fronte di un obiettivo del 50%);
  • l’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia (38,3% del totale), seguita dalla carta e cartone con il 19,3% del totale, dal vetro (12,3%) e dalla plastica (9%). La raccolta differenziata della frazione cellulosica supera 3,6 milioni di tonnellate, con un incremento dell’1% rispetto al 2021. La raccolta differenziata del vetro supera i 2,3 milioni di tonnellate, in aumento rispetto al 2021 (+3,4%). Per questa frazione, si stima che gli imballaggi rappresentino la tipologia prevalente di rifiuto (il 92% della raccolta totale). La plastica in crescita seppur in misura più moderata rispetto al precedente biennio.
  • il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 192,3 euro/abitante (nel 2021 era 194,5) in diminuzione di 2,2 euro/abitante.

il PNRR ha messo a disposizione 2,1 miliardi di euro destinandoli a due linee di investimento per le attività di gestione dei rifiuti e i progetti innovativi di economia circolare. Ispra si è impegnato nell’attività di selezione dei progetti e fornisce il necessario supporto nella fase di monitoraggio del Programma nazionale di gestione dei rifiuti, inserito tra le riforme strutturali PNRR, per verificarne lo stato di attuazione e valutare l’efficacia degli obietti proposti.

Il Rapporto sui rifiuti urbani 2303 è disponibile al seguente link

Fonte:ISPRA