É stata presentata lo scorso 23 giugno la ventunesima edizione del Rapporto Rifiuti Speciali, che presenta i dati relativi all’anno 2020, frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’Ambiente, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art.189 del d.lgs. n. 152/2006.

l Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2022 fornisce i dati, all’anno 2020, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale; e sull’import/export.

Grazie al Rapporto Rifiuti Speciali, ISPRA fornisce una base dati consolidata elaborata attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo sui rifiuti. Fornisce al Paese un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. In collaborazione con le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, il Rapporto esamina oltre 60 indicatori elaborati a livello nazionale, di macro area geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto.

Grazie a questa base ISPRA ha potuto fornire al MITE tutte le informazioni necessarie alla redazione delle due riforme collegate al PNRR che disegnano la strategia per lo sviluppo dell’economia circolare dell’Italia nei prossimi 6 anni: la Strategia nazionale per l’economia circolare e il Programma nazionale di gestione dei rifiuti (PNGR). Il gap impiantistico tra Nord e Sud, descritto dal Rapporto, potrà essere in parte colmato dalle oltre 4000 proposte di progetti presentate per i Bandi PNRR della missione sull’economia circolare, di cui quasi la metà arrivate dal Mezzogiorno.

I dati in sintesi del 2020, anno della pandemia e del lockdown:

  • sono state prodotte quasi 7 milioni di tonnellate in meno di rifiuti speciali pari ad un calo del 4,5% rispetto all’anno precedente;
  • il settore delle costruzioni si conferma quello che produce più rifiuti speciali (45,1% del totale) che nell’anno considerato ha subito un calo del 5,2% (oltre 3,5 milioni di tonnellate);
  • seguito dalle attività di gestione dei rifiuti e di risanamento ambientale (26,3%) e dalle attività manifatturiere (18,2% circa 26,7 milioni di tonnellate);
  • la diminuzione di produzione maggiore si ha per i rifiuti non pericolosi (-4,6%), che rappresentano il 93,3% del totale di quelli speciali;
  • i rifiuti pericolosi calano di circa 300 mila tonnellate (-3%);
  • la produzione dei rifiuti speciali si concentra al Nord, dove il tessuto industriale è più sviluppato (56,9% del totale), ed in particolare in Lombardia (21,6% di quelli prodotti a livello nazionale) e Veneto (11%);
  • al Nord è localizzata la metà dei 10.472 impianti;
  • pandemia da SARS-COV2 ed emergenza sanitaria hanno prodotto 232 mila tonnellate di rifiuti sanitari, la maggior parte pericolosi a rischio infettivo, con un incremento record del 16% nel 2020;

Monitorati dal Rapporto anche i flussi di rifiuti con maggiori criticità gestionali: amianto (Friuli Venezia Giulia la regione a produrne di più nel 2020), veicoli (-5,8% quelli trattatati) e pneumatici fuori uso (-1,6% rispetto al 2019), fanghi di depurazione urbani e industriali (costanti nel 2020), rifiuti da costruzione e demolizione (dei quali quasi il 78% è avviato a recupero).

Il Rapporto è disponibile qui.

Fonte: ISPRA