Secondo la Corte nonostante l’Unione Europea abbia rafforzato il quadro giuridico, abbia stabilito valori-obiettivo per preparare il riuso e il riciclaggio e limitare il conferimento in discarica, molti Stati membri si trovano ad affrontare vincoli finanziari, debolezze nella pianificazione e problemi nell’attuare i piani di gestione dei rifiuti, compresa la costruzione di nuove infrastrutture.

I principali punti della relazione
– I rifiuti domestici e i rifiuti di composizione simile prodotti da uffici, negozi e altre fonti, ossia i cosiddetti “rifiuti urbani”, rappresentano il 27 % del totale dei rifiuti prodotti nell’UE. – La gestione dei rifiuti urbani è complessa a causa della loro diversa composizione, della vicinanza fisica alle persone e dell’impatto sull’ambiente e sulla salute. I materiali da imballaggio rappresentano una percentuale significativa dei rifiuti urbani, insieme ai rifiuti organici, come i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi e i rifiuti alimentari e di cucina.
– Una gestione efficace dei rifiuti urbani richiede la raccolta differenziata ben organizzata di vari materiali (ad esempio, l’uso di contenitori separati per vetro e carta/cartone), infrastrutture adeguate per la cernita, il trattamento, l’incenerimento e/o il conferimento in discarica e un mercato economicamente sostenibile per i materiali risultanti dal riciclaggio. – La partecipazione attiva dei cittadini e delle imprese alla raccolta differenziata è fondamentale per ottenere materiali riciclabili di alta qualità.
– L’obiettivo a lungo termine dell’UE è passare a un’economia circolare in cui la produzione di rifiuti sia ridotta al minimo e i rifiuti non evitabili siano, per quanto possibile, utilizzati come risorsa. A tal fine, l’UE fissa valori-obiettivo per gli Stati membri, per far sì che una determinata quota di rifiuti urbani sia preparata per il riutilizzo e riciclata e che i rifiuti di imballaggio siano riciclati. Fissa inoltre un limite massimo per la quantità di rifiuti urbani che possono essere conferiti in discarica.
– La Corte si aspetta che le raccomandazioni della presente relazione siano utili alla Commissione nel riesame di alcuni dei valori-obiettivo in materia di rifiuti urbani. L’obiettivo dell’audit era valutare le azioni intraprese dalla Commissione e dagli Stati membri per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di rifiuti urbani. La Corte ha verificato se: i) le azioni giuridiche della Commissione e le misure per imporre il rispetto della normativa; ii) i quattro Stati membri inclusi nel campione (Grecia, Polonia, Portogallo e Romania) abbiano compiuto buoni progressi nel conseguimento dei valori-obiettivo e degli obiettivi dell’UE in materia di rifiuti; iii) i 16 progetti in questi quattro Stati membri, cofinanziati con fondi dell’UE, inclusi nel campione della Corte, siano stati attuati adeguatamente in termini di tempo, costi e capacità. L’audit ha riguardato il periodo dal 2014 al 2024
– La Corte conclude che la Commissione ha complessivamente rafforzato i valori-obiettivo e gli altri requisiti giuridici in materia di gestione dei rifiuti urbani; tuttavia, principalmente a causa di vincoli finanziari e debolezze nella pianificazione e nell’attuazione, molti Stati membri incontrano difficoltà nel compiere progressi verso la circolarità.
– Sebbene alcuni Stati membri abbiano compiuto progressi significativi verso il conseguimento dei valori-obiettivo, altri hanno registrato solo progressi modesti e alcuni hanno compiuto progressi scarsi o nulli. La Corte osserva inoltre che la produzione di rifiuti continua ad aumentare parallelamente alla crescita del prodotto interno lordo, sebbene in misura minore; il disaccoppiamento dei due fattori è l’obiettivo ultimo delle misure di prevenzione dei rifiuti che gli Stati membri devono attuare
– È difficile stabilire se le difficoltà di determinati Stati membri nel raggiungere i valori-obiettivo siano dovute al numero e/o all’ambizione degli stessi, alla mancanza di un’azione efficace da parte degli Stati membri o, eventualmente, a una combinazione di entrambi
– Oltre ai valori-obiettivo, la normativa dell’UE ha gradualmente reso più stringenti altri requisiti giuridici per gli Stati membri nel settore dei rifiuti urbani
– Negli ultimi cinque anni, la Commissione ha inoltre presentato proposte legislative volte ad affrontare il problema dei rifiuti dal punto di vista della produzione, ossia incentrate sulla progettazione dei prodotti. Tuttavia, occorrerà del tempo prima che si possano osservare risultati significativi
Le raccomandazioni della Corte dei conti europea (sintesi)
– La Commissione dovrebbe adottare misure per rendere le pratiche di economia circolare nell’UE (come il riciclaggio dei materiali) più sostenibili dal punto di vista economico, rendendo ad esempio economicamente giustificata l’attività dei riciclatori. A tal fine, dovrebbe individuare le problematiche sul versante della domanda e dell’offerta che incidono sul mercato unico dei prodotti circolari e delle materie prime secondarie.
– La Commissione dovrebbe assegnare risorse sufficienti al fine di:
- avviare tempestivamente le procedure di infrazione, garantendo in tal modo un effetto deterrente e incoraggiando i progressi. Pur riconoscendo il potere discrezionale di cui gode la Commissione nel decidere se e quando avviare una procedura d’infrazione, tali decisioni dovrebbero essere basate su criteri sostanziali fondati su elementi concreti;
- effettuare visite negli Stati membri, sulla base delle conclusioni riportate nelle segnalazioni preventive e/o dello stato di attuazione dei piani di gestione dei rifiuti e programmi di prevenzione dei rifiuti, al fine di incoraggiare gli Stati membri a compiere ulteriori progressi nel rispetto del diritto dell’UE;
- effettuare le valutazioni entro i termini stabiliti dalla normativa UE.
– Valutare la fattibilità di una armonizzazione a livello dell’UE delle imposte sul conferimento in discarica e sull’incenerimento. La Commissione dovrebbe valutare i costi, i benefici e la fattibilità dell’introduzione e/o dell’armonizzazione di adeguate imposte sul conferimento in discarica e sull’incenerimento in tutta l’UE.
Fonte: Corte dei conti europea
