Il 5 e il 6 novembre 2024, nell’ambito di Ecomondo, a Rimini (Quartiere Fieristico), si è svolta la XIII edizione degli Stati Generali della Green Economy, dal titolo “L’economia di domani: il Green Deal all’avvio della nuova Legislatura europea”.

L’iniziativa è stata organizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese – tra cui Elettricità Futura – in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e con il patrocinio della Commissione Europea.

L’edizione 2024 è stata dedicata al tema del Green Deal all’avvio della nuova legislatura europea per proporre un confronto sul pacchetto di iniziative strategiche che ha messo l’UE sulla strada della transizione ecologica. Durante la Sessione Plenaria di apertura è stata presentata la Relazione sullo stato della Green Economy 2024, che individua le misure adottate nella scorsa Legislatura europea, considerandone i punti di forza e di debolezza.

In Italia la green economy ha raggiunto risultati importanti in settori come l’economia circolare e il biologico e, addirittura, il Paese nel 2023 ha diminuito le emissioni di CO2 di oltre il 6%, tanto che se mantenesse questo trend potrebbe raggiungere il calo del 55% nel 2030. Ma accanto a questi primati in alcuni settori permangono criticità: non si arresta il consumo di suolo che interessa il 7,14% del territorio nazionale e si estende anche in aree di fragilità idraulica e sono aumentate nel 2023 le immatricolazioni delle auto, ma sono ancora poche le elettriche.

In sintesi dalla relazione emerge che:

  • Le emissioni climalteranti sono in calo, in linea con l’obiettivo 2030, ma i disastri climatici rimangono un grosso problema. Nel 2023 3.400 eventi meteoclimatici estremi hanno colpito l’Italia, alcuni dei quali sono veri e propri disastri climatici che trovano i territori e la politica nazionale impreparati, le emissioni di gas serra sono diminuite di oltre 26 milioni di tonnellate, oltre il 6%, scendendo per la prima volta sotto la soglia dei 390 milioni di tonnellate di gas serra. Si tratta della più grande riduzione delle emissioni di gas serra registrata in Italia dal 1990 ad oggi – se escludiamo il 2009, il 2013 e il 2020, tutti anni di importanti crisi economiche. E, soprattutto, mantenendo questo trend l’Italia raggiungerebbe l’obiettivo del -55% al 2030.
  • Nel 2023 l’elettricità da fonte rinnovabile in Italia ha superato il 44% della produzione totale. La nuova capacità di generazione è salita a circa 3 GW nel 2022 e a quasi 6 GW nel 2023. Nel primo semestre del 2024 è aumentata di 3.691 MW, +41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un trend positivo per il fotovoltaico, ancora insufficiente per l’eolico. I dati preliminari per il 2023 vedono miglioramenti per le rinnovabili elettriche, nel 2023 per la prima volta sole e vento hanno generato oltre 50 TWh di energia  elettrica, ossia un quinto della produzione nazionale di elettricità. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 la potenza installata dei nuovi impianti dovrebbe aumentare a 11/12 GW annui.
  • Nel 2023 i consumi di energia in Italia sono calati di 4 Mtep: quelli di gas di ben 5,6 Mtep, di carbone di 2,2 Mtep e di prodotti petroliferi di 1 Mtep. Il settore più energivoro è quello degli edifici con oltre il 40% della domanda nazionale di energia, anche se hanno ridotto i propri consumi del 5,5%. Il secondo settore per consumi di energia, con il 35% del totale è quello dei trasporti, l’unico settore in cui anche nel 2023 i consumi di energia sono aumentati del 2,2%. L’industria, col 21% dei consumi finali nazionali, invece nel 2023, ha fatto registrare un calo del 6%.
  • L’Italia, per ogni kg di risorsa consumata, ha generato 3,6 euro di Pil (il 62% in più rispetto alla media UE), al secondo posto Spagna e Francia (3,1).
  • L’Italia è anche prima in Europa per tasso di riciclo dei rifiuti con il 72%). Nel 2022 il tasso di riciclo dei soli rifiuti urbani si è attestato al 49,2% (+1% rispetto al 2021), nello stesso periodo i rifiuti speciali sono diminuiti del 2,1% rispetto all’anno precedente. Buono anche il livello è anche il tasso di utilizzo circolare dei materialiche, nel 2022, in Italia è stato del 18,7%, di gran lunga migliore di quello medio europeo dell’11,7%.
  • Tra il 2021 e il 2022 il consumo di suolo è stato di 70,8 km2, pari a 19,4 ettari al giorno e non ha risparmiato neanche le aree a pericolosità idraulica. È il valore più elevato a partire dal 2012, a fronte di una diminuzione della popolazione di circa 206 mila unità. Il suolo consumato copre il 7,14% del territorio nazionale. Nel 2022 i principali interventi di artificializzazione del territorio si sono verificati in pianura Padana e lungo la fascia costiera Adriatica. La superficie vegetata in percentuale della superficie urbanizzata, dal 2016 al 2022 nelle principali città italiane, è pressoché invariata. L’incidenza della superficie verde direttamente fruibile dai cittadini, nel 2021, nei capoluoghi, era in media solo di 8,55 metri quadrati ogni 100 di superficie urbanizzata. Nonostante la crisi climatica porti anche periodi prolungati di siccità e una riduzione della disponibilità media annua di acqua, nel 2023 le perdite della rete sono state pari al 42,2 % a livello nazionale e al 50,5 % nelle regioni del Sud. 
  • Anche nel 2023 la crisi climatica clima ha inciso sulla produzione e sulle performance economiche dell’agricoltura che ha registrato nel 2023 una flessione delle produzioni del 2,5 %. Tra i segnali positivi si registra il continuo aumento delle superfici coltivate con metodo biologico, che al 31 dicembre 2023, sono aumentate del 4,5 % (dell’86,5% negli ultimi 10 anni). La Sicilia è la regione con la maggiore estensione in valore assoluto (413.202 ha, con un incremento del 6,7% rispetto al 2022), seguita da Puglia e Toscana. In Italia le coltivazioni biologiche corrispondono al 19,8% della SAU totale. Gli occupati nel biologico sono 94.441 con un incremento dell’1,8% rispetto al 2022. L’Italia si conferma leader in Europa per numero di prodotti Dop, Igp, Stg (326 nel comparto del Food e 527 nel Wine), pari al 27,1 % del totale europeo. 
  • In Italia nel 2023 si sono raggiunte 41 milioni di auto circolanti, e nel 2023 sono cresciute del 19% le immatricolazioni. L’Italia con 694 auto ogni 1.000 abitanti è il Paese europeo con più auto, per stare nella media UE di 560, ci dovrebbero essere 8 milioni di auto in meno. Ciononostante, l’industria automobilistica in Italia è in declino da anni: è scesa all’8° posto. Nel 2023 le immatricolazioni delle auto alimentate a benzina sono aumentale del 22,5%, quelle dei diesel del 6% e quelle delle auto con alimentazioni alternative solo dell’1%. In questo scenario sono aumentate anche le emissioni, seppur di poco, del settore che sono passate da 118,8 g CO2/Km del 2022 a 119,5 gCO2/Km nel 2023. Il parco circolante sfiora i 41 milioni di auto, l’84% a benzina o diesel. Ancora bassa la quota di auto elettriche circolanti nl 2023: circa 66.000 a batteria (BEV), pari al 4,2% del totale immatricolato, e 69.000, plug-in. Oltre alla crisi dell’auto tradizionale in Italia si sta perdendo anche l’occasione dello sviluppo dell’auto.

La relazione sullo stato della green economy è disponibile al seguente link https://www.statigenerali.org/documenti/

Fonte: Statigenerali.org