Un bel libro di Roberto Cavallo ci spiega come con alcuni gesti semplici che investono le nostre situazioni quotidiane possiamo ridurre di un quinto i nostri rifiuti.
Quindici giorni fa ho voluto parlare delle conseguenze catastrofiche che possono avere alcuni comportamenti negativi che accompagnano la nostra vita quotidiana. Chi andrebbe a pensare che un gesto apparentemente banale come l’abbandono di un sacchetto sommato ad altri simili provoca la morte di milioni di uccelli, tartarughe ed animali marini all’anno?
Per recuperare un po’ di ottimismo oggi presento un libro che ci spiega cosa possiamo fare per ridurre i nostri rifiuti e come possiamo farlo in particolare in alcune situazioni legate alla vita quotidiana delle nostre famiglie.
Per guidarci lungo questo percorso, Roberto assume due riferimenti.
La straordinaria capacità previsiva di Italo Calvino, che ha descritto con molti anni di anticipo le conseguenze della nostra società dei consumi. Il libro parte dalla Leonia de “Le città Invisibili” (la città che rifà se stessa tutti i giorni …, dove… una volta buttata via al roba, nessuno vuole più averci da pensare … Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia … godere di cose nuove e diverse o non piuttosto l’espellere, il mondarsi di una ricorrente impurità), e arriva alla spesa di Marcovaldo al supermercato, con i suoi carri “… carichi come bastimenti mercantili …”.
Il filo conduttore delle intuizioni narrative di Calvino è ripreso e intrecciato con i continui riferimenti alla saggezza del nonno di Roberto, Remigio, cui il libro è dedicato, e alla sua naturale capacità di non buttare nulla e riutilizzare tutto.
Ed ecco allora che il libro va a vedere cosa c’è nella nostra pattumiera (che è per noi il “codice genetico dell’inefficienza … e a volte anche della maleducazione”), e come da essa possiamo invece trarre risorse, perchè solo il 10% del suo contenuto non è recuperabile
E ci fa capire che l’impatto dei rifiuti va molto al di là di quello che vediamo, perchè per ognuno di noi per vivere ogni anno non solo produce direttamente più di 500 kg di rifiuti urbani, ma anche i 5.000 kg di rifiuti industriali generati nella produzione dei beni che utilizza, al cui impatto vanno aggiunti quelli dei 16.000 kg di materie prime necessarie e di 50.000 kg di risorse naturali (energetiche e di altro tipo). Questa è la quantità di natura consumata, lo zaino ecologico che ogni anno un europeo si carica sulle spalle.
E questi rifiuti non sono solo un immenso “spreco di risorse”, ma contribuiscono ai cambiamenti climatici a causa dell’immissione in atmosfera di gas serra. Si calcola che il 2-3% sul totale delle emissioni sia causato direttamente dal trattamento dei rifiuti, considerando il metano emesso dalle discariche e i gas inquinanti che escono dagli inceneritori. Questo contributo si allarga però di molto (le prime stime ipotizzano fino ad un 55%) se consideriamo le emissioni risparmiabili con un ripensamento dei modelli di consumo che eviti la formazione dei rifiuti (se non ho prodotto un rifiuto non ho neanche estratto e lavorato le materie prime, trasportato il prodotto, ecc. …) .
Il testo ci fa capire le conseguenze dei nostri comportamenti quando creiamo i rifiuti, ma sa anche suggerirci come fare a contenerne gli impatti, riducendo la loro produzione,.
Ci dimostra come si può farlo, con alcuni pratici suggerimenti che riguardano 5 contesti nelle nostre attività quotidiane. Quelle che avvengono in bagno e in lavanderia; in cucina e mentre si fa la spesa; nella stanza dei bambini; in giardino; nel lavoro e nel tempo libero.
Per ogni contesto troviamo un sacco di suggerimenti, molto semplici e concreti.
Il risultato è sorprendente: scopriamo che con qualche piccolo sforzo, ma soprattutto “mettendoci la testa”, cioè sviluppando la capacità a vedere le conseguenze delle nostre azioni, possiamo riuscire a “non produrre” un quinto dei nostri rifiuti.