Dieci anni di SERR (la versione italiana del EWWR2): un’occasione per festeggiare un anniversario ma anche per trasformare la prevenzione da evento una tantum a pratica intergrata alla testa della gestione dei rifiuti.
Fin da quando dieci anni fa partì la prima edizione della settimana europea per le riduzione dei riifiuti l’Italia è sempre stata tra i paesi più prolifici per idee e per numero di azioni messe in atto.
Anche quest’anno è salita sul podio continentale, insieme e Francia e Catalogna, con ben 5070 azioni.
Nel 2018 sono cresciuti i singoli proponenti delle azioni, aumentati del 15% rispetto all’anno scorso. La categoria delle associazioni è quella che ha registrato l’incremento maggiore nel numero di adesioni.
In percentuale, le azioni sono state proposte dalle seguenti tipologie di action developer:
1. Pubbliche Amministrazioni 32.6 %
2. Associazioni 31.2 %
3. Scuole 17.6 %
4. Imprese 12.5 %
5. Cittadini 6.1%
I proponenti appartenenti alla categoria delle imprese, pur rappresentando solo un decimo del totale, contribuiscono però per l’88% delle azioni registrate.
Infatti, anche per l’edizione 2018, non sono mancati i grandi player del panorama nazionale, quali Intesa San Paolo, con azioni in ciascuna delle sue filiali; il Mercatino Franchising, che ha coinvolto tutti i propri punti vendita con iniziative concrete e misurabili; la rete nazionale degli Eco-Ristoranti e degli Eco-Alberghi.
Anche quest’anno le azioni della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti arrivano da ogni Regione d’Italia, con la positiva novità di una massiccia adesione siciliana3.
Da qualche tempo gli organizzatori chiedono ai partecipanti di proporre le loro azioni in modo ampio ma cercando di focalizzarsi su un tema particolare e specifico, che cambia ogni anno.
Tema specifico dell’edizione 2018 è “Prevenzione dei rifiuti pericolosi”,
Un tema non semplice che infatti ha sviluppato in circa il 13% delle azioni registrate, la gran parte delle quali ha affrontato la tematica della riduzione e prevenzione a monte. Sono peraltro stati presi in considerazione anche aspetti legati alla raccolta differenziata e alla pulizia straordinaria del territorio. Un’orientamento, quest’ultimo, a mio avviso errato: può certo allagare la platea della azioni ammissibili ma depotenzia l’impatto dell’evento, che deve puntare in modo specifico alla sviluppo della prevenzione, chiarendone bene complementarietà ma anche la diversità (in un’attica di gestione circolare di materia a a rifiuti) rispetto alla “azioni di raccolta differenziata e pulizia straordinaria del territorio”.
E’ assodato che la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) rappresenta la principale e più ampia campagna di informazione e sensibilizzazione dei cittadini europei circa l’impatto della produzione di rifiuti sull’ambiente.
In questi anni la SERR ha registrato oltre 30 mila azioni da parte di cittadini, associazioni, scuole, imprese e pubbliche amministrazioni che grazie al loro impegno hanno evitato la produzione di centinaia di tonnellate di rifiuti.
Inoltre tale numero ha fatto sì che l’Italia si posizionasse quasi ogni anno in cima alla classifica degli stati europei per numero di azioni registrate”.
La SERR nel 2108 ha compiuto 10 anni e il suo comitato promotore4 ha pensato di festeggiarne il compleanno con l’organizzazione di un evento speciale5
L’appuntamento è fissato per il 5 dicembre p.v. presso l’auditorium del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, in Via Cristoforo Colombo 44, Roma, a partire dalle ore 106.
Il programma prevede l’intervento di tutti i protagonisti che in questi anni hanno reso possibile la SERR: rappresentanti dei consorzi di filiera per il recupero degli imballaggi; i già citati rappresentanti del comitato promotore; gli sviluppatori che hanno preso parte alle precedenti edizioni della campagna attraverso le loro azioni; gli ex-Ministri dell’Ambiente che hanno visto evolversi la SERR e che passeranno il testimone al Ministro Costa.
Inoltre, i partecipanti daranno vita a un “Parlamento Cittadino”, in cui leggeranno le proprie proposte e testimonianze a proposito di riduzione dei rifiuti – frutto della propria esperienza maturata partecipando alla SERR – e le consegneranno nelle mani del Ministro a conclusione della giornata, con sessioni relative ad ognuno dei target di riferimento della azioni di prevenzione dei rifiuti:
• imprese
• pubbliche amministrazioni
• scuole
• associazioni
• cittadini
In questi anni la SERR ha assunto due caratteristiche, ben evidenziate da Emanuela Rosio in suo commento dedicato a “10 anni si SERR”7
1. essere diventato un appuntamento fisso che entra nelle agende di ogni operatore del settore;
2. essere un canale comunicativo in cui chi fa azioni porta un messaggio alle istituzioni e non viceversa.
Ora però la crescente maturità dimostrata dalle azioni che si sono succedute in questi anni e la evoluzione della normativa comunitaria sui rifiuti e sull’economia circolare rendono necessario il salto definitivo.
Le azioni di prevenzione (e gli strumenti – economici e volontari – che le consentono e favoriscono) devono entrare a pieno e riconosciuto titolo nella gestione del settore.
Per dare un senso non episodico e “aggiuntivo” alla buone pratiche che si discuteranno nel “Parlamento cittadino” bisogna che il legislatore nazionale (quello regionale sta già cominciando a farlo) sancisca a pieno titolo nella normativa che la prevenzione è parte / punto di partenza delle gestione dei rifiuti (e dei rifiuti da imballaggio).
Questo significa dire a chiare lettere che i piani di gestione partono da programmi di prevenzione, riduzione e riuso, i cui risultati attesi vanno posti alla base delle valutazione quantitativa (e anche qualitativa) dell’organizzazione delle sue fase successive: quelle della raccolta e del trattamento dei rifiuti.
Quindi: programmi di prevenzioni integrati (alla testa) dei piani di gestione rifiuti, per individuare tipologie di azioni, soggetti coinvolti, strumenti da utilizzare, target da raggiungere per i diverso flussi.
A tutti i livelli ai quali la pianificazione dei rifiuti si attua; da quello regionale e quello comunale o d’ambito.
E in tutte le categorie e di rifiuti: da quelli urbani a quelli speciali a quelli da imballaggio.
E’ necessario – e la Finestra sulla prevenzione si è misurata più volte con questo nodo – che i Costi di Prevenzione dei Rifiuti (CPR) entrino nei Piani finanziari per la Tariffa8
Va da sé che – come ormai ampiamente provato dalla letteratura specialistica9 – che l’applicazione della tariffa puntuale porta con sé riduzione dei rifiuti e in particolare dei rifiuti residui. E il passaggio a tariffa puntuale e la sua gestione diventano sempre più semplici – dopo la pubblicazione del decreto attuativo che ne fornisce specifiche tecniche e gestionali10 – ed economici grazie allo sviluppo e all’ampia diffusione dei sistemi di misurazione dei rifiuti.
E’ poi possibile che nella modulazione di tariffa ed eco-tassa si studino tutte le possibili misure di riduzione che possono incentivare riutilizzo e riduzione dei rifiuti e/o di loro specifiche frazioni11.
Questo per dire che è sempre piacevole assistere a celebrazioni delle buone pratiche gestionali di successo e ai doverosi riconoscimenti a chi ne è stato protagonista.
Forse però è ora che gli operatori che si presenteranno per essere riconosciuti e premiati dicano agli illustri ospiti del Ministero dell’ambiente che proprio lo sviluppo delle politiche bottom up, dal basso verso l’alto di cui sono portatori richiede anche un’indispensabile assunzione di responsabilità del legislatore.
Fare le cose ricordate sopra è compito del governo.
Dalle sue scelte (o meno) nella direzione sopraindicata si potrà capire se quelle buone pratiche resteranno isolate virtuosità da premiare una tantum, o se diventeranno per tutti l’ordinario punto di partenza delle gestione dei rifiuti.