Le Marche – quarta regione in Italia e prima del Centro Italia per raccolta differenziata – sono stata l’unica Regione premiata per la categoria pubbliche amministrazioni. La giuria di esperti ha scelto i vincitori delle diverse categorie – Regioni, Province, Comuni, imprese d’igiene urbana, altre imprese, terzo settore/associazioni, istituti scolastici – tra le 77 iniziative che sono state presentate da 51 entità impegnate nella realizzazione di buone pratiche rivolte alla prevenzione della produzione di rifiuti (attraverso la compilazione della scheda proposta dagli organizzatori – http://www.federambiente.it/open_attachment.aspx?I0=9d17a3a7-4403-4b23-bb28-ce8a42c4038f ).
Scorrendola, si nota come vengano correttamente impostate e qualitativamente rilevate alcune carattersitiche descrittive della azioni candidate.
Si può capire su quale categoria di beni interviene e/o quale frazione merceologica di rifiuti intende prevenire o ridurre l’azione; in quale fase del ciclo di vita dei beni (produzione, distribuzione, consumo, fine vita ) agisce; in che ambito geografico si svolge e a chi è rivolta (imprese, operatori economici, consumatori, Enti, studenti, cittadini ecc.). Si chiedono anche stato di attuazione, durata e partner dell’azione.
Si è invece un po’ più sfumati (nel senso che le risposta su questi campi è lasciati alla volontarietà dell’interlocutore) sui dati di effettività dell’azione, cioè sugli strumenti utilizzati e sulla capacità di monitoraggio dei risultati.
Il monitoraggio e la costruzione di “indicatori di riduzione”, cioè della capacità della azioni di abbattere la produzione dei rifiuti di determinate merceologie è uno dei problemi ancora in gran parte da esplorare. Lo stesso PNPR ne evidenzia la necessità ma non da risposte opertive. Ma questo sforzo va tentato ed è auspicabile che la prossima edizione del Premio possa lavorare su questo terreno.
Si potrebbe ad es. legare il monitoraggio descrittivo della azioni ai risultati in termine di quantità ridotte di rifiuti (in particolare residui). O almeno intrecciare la presenza di azioni con l’indicatore utlizzato per qualificare i Comuni “Waste free” in occasione dell’ultima edizione dei Comuni ricicloni (kg/ab/a di residuo prodotto – http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=3125&menuindex= ).
A vincere i premi tra le pubbliche amministrazioni sono state la Regione Marche, la provincia autonoma di Bolzano e il comune di Forlì, tra le multiservizi Hera, per le aziende la Mercatino srl, per il terzo settore la Cauto Cooperativa ONLUS e infine tra le scuole l’Istituto comprensivo Scarperia San Piero a Sieve.
Entriamo ora almeno un po’ nel merito nelle azioni messe a punto da uno dei premiati.
L’impegno delle Marche su questo terreno ha una storia.
La Regione iniziò a puntare alla riduzione dei rifiuti, anche grazie ad un protocollo d’intesa per lo sviluppo di azioni di prevenzione dei rifiuti, firmato nel 2009 con le strutture regionali di Legambiente, Unioncamere, Upi, Anci e con Federambiente (http://www.norme.marche.it/Delibere/2009/DGR1207_09.pdf ) .
L’obiettivo che la Regione si pone è diminuire sempre di più la quantità di rifiuti prodotti, passando anche attraverso una nuova cultura del consumo.
Nell’ambito del Premio nazionale il riconoscimento è andato alla presentazione di sei iniziative strutturate di prevenzione, sostenute attraverso strumenti normativi, atti di indirizzo, strumenti volontari e attraverso l’importante leva economica.
Tra le inzitiva di maggior peso si segnalano:
Prewaste
Progetto europeo triennale portato avanti da una partnership internazionale di 10 soggetti con l’obiettivo di fornire strumenti tecnici e metodologici per supportare le autorità regionali e locali nella programmazione e valutazione delle proprie politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti.
In particolare sono state individuate 27 best practices europee su cui è stato fatto uno studio di fattibilità circa la loro trasferibilità in altroterritorio. Sono stati realizzati un sito internet e un web tool in grado di aiutare la P.A. a orientare le politiche di prevenzione, progettare le misure da intraprendere, indicarne i possibili risultati e fornire un sistema di monitoraggio mediante l’individuazione di specifici indicatori. (http://www.programmicomunitari.marche.it/Portals/0/progetti/schede_interregIVC/Scheda_PREWASTE.pdf) .
Comune libero da rifiuti – waste free
Con la proposta di legge 334/2013 (approvata il 19 novembre 2013) attraverso la Regione ha istituito un marchio di qualità ambientale “Comune libero da rifiuti – waste free” che certifica annualmente gli sforzi e i risultati ottenuti dai Comuni in materia di prevenzione e riduzione dei rifiuti. La proposta prevede anche un disciplinare tecnico che regolamenta attraverso appositi criteri l’attribuzione (e il mantenimento) del marchio. La Regione ha introdotto nella proposta anche un capitolo finanziario per cui i Comuni assegnatari del marchio riceveranno contributi a sostegno delle loro azioni di prevenzione e riduzione. I fondi necessari saranno garantiti dalla destinazione del 2% del tributo regionale di smaltimento in discarica dei RU (http://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/leggirm/leggi/visualizza/nct/1810#art4 ).
Rete regionale centri del riuso
Organizzazione di una rete regionale di centri del riuso articolata e interconnessa con i centri di raccolta dei rifiuti urbani e per la quale la Regione ha emanato negli anni più bandi a cofinanziamento dei Comuni nei cui territori sorgeranno le strutture ed elaborato Linee guida alla costruzione, organizzazione e gestione dei centri del riuso (http://www.norme.marche.it/Delibere/2010/DGR1793_10.pdf ).
Riduzione della fiscalità generale (L.R. 29 luglio 2013 n. 21)
L’articolo 4 della Legge Regionale del 29 luglio 2013 n. 21 (http://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/leggirm/leggi/visualizza/vig/1788) modifica le disposizioni regionali che disciplinano il tributo regionale di smaltimento in discarica dei rifiuti (L.R. 15/1997), prevedendo che l’addizionale a carico dei Comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata non venga applicata se il Comune ha registrato (in seguito a documentate azioni di prevenzione) una produzione pro capite di rifiuti inferiore del 30% alla media del rispettivo ATO. Obiettivo è non gravare sui Comuni che limitano la produzione di rifiuti ma
poi si vedono penalizzare dalla normativa esistente per il non raggiungimento degli obiettivi di RD.