Serve un PNPR che sappia permeare le politiche industriali affermando la responsabilità estesa del produttore e affermare la necessità di sviluppare programmi di prevenzione e livello locale. Come si muoverà il Governo?
Il convegno è stato un momento utile di scambio di esperienze e riflessioni tra operatori istituzionali ed economici.
Roberto Cavallo (dal suo osservatorio di ACR + [1]) ha proposto una rassegna del quadro europeo: numerosi paesi hanno con successo lavorato sulla prevenzione, in particolare a due livelli, quello locale e quello delle imprese, con un approfondimento nell’ultimo periodo sulla lotta agli “sprechi alimentari”. Solo alcuni paesi si sono mossi con pianificazioni specifiche (Austria, con attenzione alla gestione del capitale naturale – gestione energia e risorse, oltre che rifiuti); i più hanno dedicato alla prevenzione parti all’interno di piani rifiuti puntando su una varietà di soluzione e di modalità di coinvolgimento di operatori.
Mario Santi ha illustrato il quadro procedurale per arrivare alla definizione di un Programma Nazionale e dei conseguenti Piani Regionali. fortemente integrati a quelli di gestione rifiuti (link). Ne ha da indicato contenuti, percorsi e responsibilità dei soggetti, pubblici e privati.
Ha sottolineato un punto, fortemente ripreso da tutti gli interventi: la necessità di interessare fin dalla sua definizione i produttori e tutti i portatori di interesse coinvolti in una progettazione di carattere condiviso, capace di portare ad un coinvolgimento pro-attivo nella gestione.
In particolare Gianluca Cencia, Direttore di Federambiente, ha ricordato l’importanza di agire sulle politiche industriali, a partire da quelle di dematerializzazione, per cui la responsabilità estesa del produttore deve essere di stimolo perché la prevenzione dei rifiuti parte della produzione, fin dalla progettazione dei beni-servizi (questo intervento ha trovato il consenso dell’assessore all’ambiente del Comune di Forlì, Alberto Bellini, ma ha però richiamato le aziende pubbliche ad essere maggiormente presenti con le iniziative di prevenzione che dipendono della loro scelte).
Anche Fiorella Perrucci, dopo aver ripercorso lo storico impegno del Consorzio sulle prevenzione , ha sottolineato come esso punta a perseguire la sostenibilità complessiva dell’imballaggio (link), illustrando il nuovo tool sulla prevenzione (sulla base del quale ogni imballaggio è sottoposto ad una LCA semplificata – ne abbiamo parlato in http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=2803&menuindex= )
Irene Ivoi ha analizzato il quadro regionale (link). Alcune Regioni si sono mosse – in alcuni casi bene – sul terreno della prevenzione, nessuna però è mai arrivata alla definizione di Programmi di prevenzione.
Mirko Tutino (assessore all’ambiente della Provincia di Reggio Emilia) ha ricordato il percorso fatto dalla sua Provincia per definire un quadro di gestione rifiuti che dia spazio alla prevenzione in testa ad una revisione della politiche di raccolta e dotazione impiantistica. L’obiettivo è superare la dipendenza da discariche e inceneritori e assicurare la autosufficienza provinciale nel trattamento.
L’intervento di Alessio Ciacci per il Comune di Capannori ha illustrato modalità di costruzione, contenuti e ipotesi di gestione del Programma realizzato a livello comunale (link), soffermandosi in particolare sulle scelte più qualificanti e sui loro risvolti su politiche dei rifiuti (es. tariffa), lavoro sociale (ad es. con la forte rilancio del Cento riuso), sui tentativi di incubare imprese di utilità sociale (commercianti zero scarti e filiera corta di pannolini e pannoloni per anziani riutilizzabili).
Questi interventi hanno fatto capire come il terreno locale sia ottimo per la programmazione della prevenzione e per la sua integrazione con la pianificazione di settore. Tanto che è stato detto da molti che i PNPR dovrebbe prevedere che tutti i Comuni e gli ambiti di gestione rifiuti si dotassero di un loro Programma di Prevenzione Rifiuti.
L’ha sostenuto anche Pinuccia Montanari, ricordando il lavoro fatto dall’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti (di cui ha fatto parte dal 2008 al 2010) e identificando nelle Linee Guida per la prevenzione dei rifiuti -prodotte nel 2006 e 2010 (il documento è disponibile in rete v. http://www.federambiente.it/default.aspx?Action=60 )- un eccellente lavoro, l’unico tra l’altro prodotto a livello Ministeriale (link)). Per cui il Governo potrebbe assumerne metodologia e risultati fino al 2009 e di qui partire per un aggiornamento.
E’ stato sottolineato il ritardo nel coinvolgimento di decisori e operatori e la necessità di uno sforzo del Governo per recuperarlo. Sarebbe importante entro dicembre non tanto approvare un documento di formale e burocratico recepimento di una scadenza (da lui stesso anticipata rispetto all’indicazione comunitaria), quanto definire una volontà, con un documento di indirizzi accompagnato dalla definizione di un percorso capace di raccogliere l’impegno e la condivisione degli operatori economici e delle forze culturali e sociali interessate. Si potrebbe così arrivare a costruire entro i tempi fissati dalla UE (a dicembre 2013) un documento condiviso, capace di avviare alcune significative azioni a livello nazionale e a fornire l’intelaiatura sulla quale costruire quelle di livello regionale.
Come ha sottolineato Walter Ganapini nel concludere la discussione, è soprattutto importante saper coinvolgere, oltre al Ministero dell’Ambiente, quello dello Sviluppo economico, come ha dimostrato un taglio della discussione fortemente centrato sul considerare le politiche industriali la premessa della prevenzione dei rifiuti.
Per arrivare a ciò Ganapini ha lanciato agli organizzatori del convegno e in particolare a IRISistema una proposta, per poter ottenere risultati all’altezza della qualità del dibattito.
Costruire una aggregazione informale tra esperienze virtuose per rilanciare questa partita, sviluppando ed evolvendo le indicazioni già emerse in questo workshop.
Per organizzare questo secondo step della partita “verso il PNPR” sono stati fatti nomi e indicate prospettive. Ne riporto qualcuno, proponendo a questi ed altri attori di inserirsi in un dibattito che la Finestra sulla Prevenzione dei rifiuti si offre di coordinare [2] e che potrebbe convincere IRISistema a riprendere l’iniziativa:
- assessori di Province con Reggio Emilia, di Comuni come Forlì, Capannori
- i Comuni emiliani (rappresentativi di 1,2 milioni di abitanti) riunitisi per sostenere quella LR sulla eco fiscalità, che consenta di trovare risorse per sostenere la prevenzione
- il mondo di “Rifiuti zero”, con le su capacità di rapporto con l’industria
- le parti sensibili di associazioni di Consorzi e Aziende, da Conai e Federambiente, ma trovando attenzioni nel mondo della produzione, andando dentro a filiere economiche. Ad es. il Consorzio Italiano Compostatori e la bio-waste economy e il mondo della chimica verd
e [3] - la distribuzione (che potrebbe uscire dalla logica della iniziativa civetta a investire con più decisione in eco prodotti e per la limitazione degli imballaggi)
- il MIUR e l’università, a partire da UniMoRE, per allagare la partita a facoltà scientifiche e politecnici)
In occasione del Workshop il prof. Antonio Cavaliere, presidente dell’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti dal 2008 al 2010, ha presentato il suo libro “L’acrostico IRIS – Per una buona gestione dei rifiuti” – Pulsar edizioni – 16 € – per info e ordinazioni www.pulsarcomunicazione,it/ordini.htm pulsar@pulsarcomunicazione.it
[1] V. http://www.acrplus.org/. Roberto è membro del CdA di ACR*
[2] Per farlo indirizzare un messaggio a rifiutologo@hotmail.it
[3] Quanti sanno che l’industria italiana ha vinto alle Olimpiadi di Londra l’appalto per il catering con stoviglie biodegradabili?