Andrea Segrè è l’inventore del Last minute market che da vent’anni1 recupera e convoglia verso la solidarietà sociale le eccedenza alimentari destinate e rifiuto e il promotore della giornata mondiale contro lo spreco alimentare, che questo 5 febbraio giunge alla sua sesta edizione.
Nel 2019 festeggia i suoi primi 20 anni Last Minute Market, lo spin off dell’Università di Bologna trasformatosi in impresa sociale sotto la presidenza del suo fondatore Andrea Segrè.
Grazie al networking con 350 punti vendita e oltre 400 enti del terzo settore Last Minute Market recupera annualmente 55mila pasti cotti, prodotti alimentari per un valore di 5,5 milioni €, farmaci per 1.000.000 € e più’ di 1000 tonnellate di prodotti non alimentari.
Nella sola Emilia Romagna dal 2007 al 2016 Last Minute Market ha recuperato prodotti per un valore complessivo di circa 22 milioni € con il coinvolgimento di 132 Enti beneficiari diretti, 113 donatori, 52 Comuni.
Come spiega Luca Falasconi, coordinatore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco, «esempio concreto di sensibilizzazione sul tema dello spreco alimentare in Italia è la campagna Spreco Zero di Last Minute Market, attiva dal 2010. Momento centrale è il Premio Vivere a Spreco Zero, che nel 2019 avrà come suo testimonial l’artista Neri Marcorè, e attraverso la campagna di educazione alimentare e prevenzione degli sprechi “Piatto pulito, buon appetito!”, in onda su Caterpillar Radio2 Rai il martedì fra le 19.10 e le 19.20. Massimo Cirri e Laura Troja dagli studi di Milano di Caterpillar, si collegano ogni settimana con I promotori della campagna per uno “storytelling” radiofonico settimanale sulle iniziative e novità legate a questi temi».
Nel 2010 Last Minute Market ha avviato la campagna Spreco Zero, diventata movimento di pensiero, presidio concreto e motore di interventi e sensibilizzazione sul tema. Sin dal 2010 Spreco Zero ha fissato con la sua Dichiarazione congiunta – siglata da tante personalità e istituzioni nazionali e comunitarie – alcuni obiettivi chiave, ripresi poi dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 gennaio 2012, il primo e unico atto ufficiale sul tema a livello comunitario. «Dimezzare lo spreco alimentare nei Paesi UE entro il 2025 rimane l’obiettivo ufficiale che l’Europa si è data allora – sottolinea il presidente di Last Minute Market Andrea Segrè – Al nuovo Parlamento, che entrerà in carica dopo le elezioni di maggio, e alla nuova Commissione europea rilanceremo la nostra richiesta di indire un Anno Europeo dedicato alla Prevenzione dello spreco alimentare. E chiederemo che la Giornata Nazionale del 5 febbraio possa diventare Giornata Europea di impegno sulla questione dello spreco di cibo. Anche in Italia possiamo migliorare, a cominciare dai banchi di scuola: l’obiettivo è che l’educazione alimentare e ambientale diventino parte essenziale di quella “Educazione alla cittadinanza” richiesta dall’ANCI attraverso la recente legge di iniziativa popolare». Contestualmente, per iniziativa del fondatore Andrea Segrè, prendeva forma in partnership con Swg l’Osservatorio nazionale Waste Watcher sugli sprechi e le abitudini alimentari degli italiani: un monitoraggio costante diventato riferimento per tutte le realtà che operano in Italia sul tema. Waste Watcher ha permesso di rilevare i primi risultati della sensibilizzazione avviata in questi anni: eloquente il raffronto fra i dati 2014 e quelli 2018 rispetto alle abitudini dello spreco.
Se nel 2014 1 italiano su 2 dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2018 solo l’1% ha dichiarato di cestinare il cibo. Molto resta da fare, ma l’impegno per la prevenzione dello spreco alimentare ha iniziato a dare i suoi frutti.
Nel presentarla ad un radiogiornale del 4 gennaio Segrè quest’anno ha insistito sulla necessità di mettere la centro la prevenzione, affermando come la la riduzione dello spreco a monte deve venire prima della sua intercettazione a valle.
Lo spreco alimentare avviene ad opera di cinque “gruppi”:
- famiglie
- produzione agricola
- industria della trasformazione alimentare
- distribuzione commerciale (in primis la GDO)
- ristorazione.
La maggior parte dello spreco avviene in famiglia. Il resto si suddivide tra gli altri soggetti.
Tra i soggetti da (2) a (5) l’azione sulla quale si è puntato in questi anni è stata quella del “recupero delle eccedenze” che ha portato a risultati di un certo interesse, nonchè all’approvazione della legge antispreco2 e alla partenza delle prime iniziative a livello regionale e territoriale3.
Uno sguardo al programma4 delle due giorni romana, realizzata con gli importanti contributi di FAO5 e Fondazione Enpam6, da un’idea della vastità delle iniziative in corso, che spaziano dalla produzione alla distribuzione dagli stili di vita alle tecnologie, dalla ristorazione alla comunicazione, con un focus sul “coltivare le buone pratiche” .
E’ stato reso pubblico il Rapporto Waste Watcher 2019, l’annuale disamina su sprechi e abitudini alimentari degli italiani7.
Dal rapporto sappiamo che lo lo spreco alimentare in Italia supera i 15 miliardi l’anno, vale a dire lo 0,88% del Pil.
Oltre 15 miliardi €, per il 21,1 % attribuibile alla filiera (produzione – distribuzione) e per il 78,9% alle famiglie8
SEGMENTO FILIERA | Valore dello spreco lungo la filiera nel 2017 (€) | % | |
spreco in campo | 833.576.183 | 5,5 | |
spreco nell’industria | 1.050.724.941 | 7,0 | |
spreco nella distribuzione | 1.291.731.289 | 8,6 | |
Spreco domestico | 11.858.314.935 | 78,9 | |
TOTALE | 15.034.347.348 | 100,0 | 0,88% del PIL 2017* |
*PIL italiano calcolato ai prezzi di mercato in euro correnti | |||
Elaborazione Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentarie Last Minute Market da: | |||
Borsa merci Bologna (2017). Listino prezzi: cereali, disponibile su http://www.agerborsamerci.it/ | |||
Federdistribuzione, (2017) SCENARIO ECONOMICO E DINAMICA DEI CONSUMI | |||
Ismea (2017), “Mercati agroalimentari prezzi”. Analisi e informazioni disponibili su www.ismea.it | |||
Istat (2017), Osservatorio della produzione industriale: anno 2016, Tavole dati, Istat | |||
Istat , (2017), banca dati produzione raccolta disponibile su agri.istat.it | |||
Largo Consumo (2017) Pianeta distribuzione | |||
Ministero dello sviluppo economico (2017), osservatorio dei prezzi e delle tariffe | |||
Ministero dello sviluppo economico (2017), osservatorio nazionale del commercio | |||
REDUCE (2018), i diari di famiglia disponibile su www.sprecozero.it |
Secondo i dati Waste Watcher, Lmm/Swg “pesano” sulla pattumiera le bevande analcoliche, i legumi, la frutta fresca, la pasta fresca e non gettata senza essere stata consumata.
In particolare, pane e verdure fresche sono fra gli alimenti più spesso buttati.
Andrea Segrè presentando i dati ha spiegato che “ «La percezione degli italiani è ancora poco consapevole della necessità di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico.
Eppure è questo il punto, la prevenzione degli sprechi alimentari deve partire da noi, nel quotidiano delle nostre vite, perché mangiare è un atto di giustizia e di civismo: verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo.
I paradossi del cibo sono evidenti:
- 821 milioni di individui sulla terra soffrono la fame
- una persona ogni 3 è malnutrita.
- una persona su 8 soffre di obesità.
Segrè ha indicato i semplici accorgimenti con i quali tutti possiamo dare il nostro contributo all’obiettivo #famezero #sprecozero. Basta acquistare solo ciò che serve realmente, compilando liste precise che non cadono nelle sirene del marketing, scegliendo alimenti locali e di stagione basati sulla Dieta Mediterranea, consultando etichette e scadenze, utilizzando al meglio frigo, freezer e dispensa per gli alimenti senza stiparli alla rinfusa».
Comunque molti italiani fanno già qualcosa per contenere lo spreco di cibo:
- Il 65% verifica se la dispensa è vuota prima di fare la spesa
- il 61% congela il cibo a rischio deperibilità
- il 54% cerca di prevenire controllando la quantità di cibo ottimale prima di cucinarlo
- più di 1 italiano su 2 (52%) verifica l’edibilità del cibo prima di risolversi a buttarlo, il 44% affronta il test dell’assaggio
- Molti(48%) si dedicano a ricette con cibo di recupero dagli avanzi del pasto prima
- solo 1 italiano su 3 (34%) richiede al ristoratore una bag per trasportare a casa il cibo che non è riuscito a consumare
- solo 1 italiano su 5 (22%) dona al vicino il cibo in eccesso a rischio spreco.
Dopo che ognuno di noi avrà “fatto il suo dovere” ci sono poi i provvedimenti che possiamo e dobbiamo chiedere vengano adottati da altri, in primo luogo dalle Istituzioni
L’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg sull’Economia circolare, la sostenibilità e gli sprechi ha indagato sulle convinzioni degli italiani al riguardo, chiedendo quali provvedimenti ritenessero utili a contrastare lo spreco alimentare:
- più di 7 italiani su 10 ritengono che la via da percorrere sia quella dell’educazione alimentare (72%)
- il 26% propone packaging di nuova generazione
- 1 italiano su 5 (20%) provvedimenti normativi con incentivi e sanzioni legati allo spreco del cibo.
Il rapporto esamina anche le abitudini di acquisto, oltre a quelle di gestione del cibo: e conferma che i negozi al dettaglio sono sempre meno frequentati dai consumatori (18%), così come il mercato (15%) a favore della schiacciante concorrenza dei supermercati (7 italiani su 10) e ipermercati (3 italiani su 10).
Da segnalare l’avanzata degli acquisti online, praticati dall’8% degli intervistati.
C’è da dire che c’è chi mette in discussione la scientificità della base dati offerta da questo studio.
Il fatto alimentare9 ritiene che questo studio sopravvaluti lo spreco della famiglie, ritenendo più scientificamente fondata la stima che fece nel 2012 un’altra ricerca10, che riteneva che lo spreco della ristorazione delle collettività, di quella commerciale e di quella domestica ammontasse al 16%, precisando che lo spreco domestico si aggirava intorno all’8%.
Non ho i tempi e i mezzi per una comparazione metodologica attenta dei due studi.
Essendo questo un articolo divulgativo mi sembra importante segnalare la dimensione comunque rilevante dello spreco (sia lungo tutta la filiera che nelle fasi legate alla ristorazione, collettiva, commerciale o domestica che sia) e la conseguente necessità di interventi per limitarlo a monte (e non solo per “recuperarlo” a valle, avviandolo ad utilità sociale).
E rilevare l’assoluta centralità che da questo punto di vista assume l’intervento (informativo e culturale) sulle famiglie
Invece, dopo aver riportato dati numeri e indicazioni degli studi che l’hanno preparata, segnalo un grande assente nel dibattito sullo spreco alimentare, che dovrebbe avere molto risalto se il settore delle famiglie è quello nel quale si concentra lo spreco.
Alludo al sempre maggiore sviluppo dei Gruppo di Acquisto Sostenibili (GAS).
Si tratta di soggetti che stanno scrivendo pagine nuove nello sviluppo dell’economia, nell’andamento e nelle prospettive del settore primario (e non solo, in tendenza e con le prime esperienza di acquisto di servizi – energetici in primis, o di beni manifatturieri – il tessile ad esempio).
Gli acquisti sono più mirati a meditati; la maggiore consapevolezza porta a meno sprechi.
Il rapporto tra consumatori e produttori avviene in filiera corta, con il salto delle intermediazioni e la conoscenza diretta e la condivisione di produttore e modi di produzione.
E’ una modalità che sta cambiando pezzi (sempre più larghi) di economia e che ha un impatto economico e ambientale positivo; ed è un fattore importante per ridurre lo spreco in diversi punti della filiera alimentare.
2https://www.labelab.it/dfgh987/approvata-definitivamente-la-legge-antispreco-ora-litalia-ha-lo-strumento-per-perseguire-la-sostenibilita-sociale-e-ambientale-e-rendere-circolare-il-ciclo-del-cibo/
3https://www.labelab.it/dfgh987/il-lancio-delle-reti-territoriali-virtuose-contro-lo-spreco-alimentare-promosse-da-regione-lombardia-i-risultati-un-progetto-ben-radicato-e-un-possibile-punto-di-partenza/
5http://www.fao.org/home/en/
6https://www.enpam.it/
7http://www.sprecozero.it/2019/02/04/spreco-alimentare-in-italia-vale-quasi-16-miliardi-e-quasi-12-nelle-nostre-case-presentati-alla-fao-stamane-i-dati-waste-watcher-in-occasione-della-giornata-naz-di-prevenzione-dello-spreco-alimen/
8Il dato delle famiglie è costruito valutando i “diari di famiglia” tenuti da un campione di nuclei.
9In un articolo non a caso intitolato “ La leggenda metropolitana degli italiani che sprecano il 30% della spesa alimentare domestica” – https://ilfattoalimentare.it/spreco-domestico-spesa-alimentare.html
10 L’unica ricerca condotta in Italia specificatamente su questi temi con una metodologia chiara e pubblicata in Italia è quella della Fondazione Sussidiarietà (firmata da Marco Melacini, Paola Garrone e Alessandro Perego del Politecnico di Milano nella primavera del 2012 e pubblicata nel libro Dar da mangiare agli affamati), secondo cui lo spreco alimentare complessivo considerando la ristorazione delle collettività, quella commerciale e domestica ammonta al 16%, precisando che lo spreco domestico si aggira intorno all’8%.