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Rifiuti
23/05/2022

Green economy del nuovo e/o dell'usato?: risposta alla crisi 2: lo sviluppo del riutilizzo

L’affermarsi del riutilizzo come fattore di riduzione dei rifiuti e di sviluppo di un’Altra Economia

Si fa un gran parlare di green economy, come risposta alla crisi.

La prevenzione dei rifiuti da risposte in questa direzione.

Nella fase di produzione e poi di uso e consumo dei beni.

Le politiche di processo e di prodotto, che  mirano a ottimizzare l’uso di risorse ed energia sono uno degli punti forti per arrivare alla riduzione dei rifiuti (si pensi al GPP o alla gestione condivisa di alcuni servizi, solo per fare degli esempi; di veda il richiamo alle misure volte a sollecitare la responsbiltà estesa del produttore  nella normativa sui rifiuti – Direttiva 2008/98/CE e DLgs 205/10 di recepimento). 

Vorrei però qui soffermarmi  sullo sviluppo crescente che interessa le filiere del riutilizzo.  Sia per ridurre la produzione di rifiuti sia per offrire mercati nuovi, dove la convenienza economica per l’utilizzatore si sposa alla convenienza ambientale per la società.

Come abbiamo visto nella  Finestra sulla prevenzione della precedente News letter dell’8 febbraio, la normativa quadro sui rifiuti (comunitaria e nazionale)  nel confermare la priorità strategica della prevenzione nel gestione dei rifiuti ha introdotto al secondo posto nella gerarchia di azioni quelle finalizzate alla preparazione per il riutilizzo[1].  

Anche nel nostro paese le iniziative che puntano su riutilizzo stanno assumendo una importanza crescente e sempre più destinate a influenzare l’economia. Appunto quell’economia “altra” che consente risposte concrete alla crisi, vantaggiose per l’ambiente e per chi la pratica.

Anche a causa di una crisi economica che erode redditi e capacità di spesa, in quasi tutti i settori di consumo le alternative offerte da “beni riutilizzati” affiancano quelle dei prodotti nuovi.

I mercatini dell’usato si organizzano in franchising in grado di mettere in rete .(come nel caso di Mercatino srl (http://www.mercatinousato.com/ ) 170 punti venditadistribuiti sul territorio nazionale, una catena in continua espansione, capace di organizza annualmente inziative come Vivere l’usato  (nella quale ognuno può esporre gratuitamente il suo usato presso i suoi punti vendita) o la Festa del riuso, due giornate nel mese di settembre nei giorni sabato e domenica dell’ultimo week end nei negozi “Mercatino” in tutta Italia. 

Le inziative che nelle grandi città hanno un più antico radicamento, come gli storici mercati di Porta Portese a Roma, di Porta Palazzo a Torino, di  Napoli ecc. hanno organizzando l’O.N.U. (formata da Associazione Bazar Project, Associazione Bidonville, Associazione Operatori di Porta Portese,  Associazione Vivibalon,  Occhio del Riciclone e Rete di sostegno ai mercatini rom per associare gli Operatori Nazionali dell’Usato) e daranno vita tra marzo e aprile a Torino agli Stati generali dell’usato .

Alcune esperienze di coop sociali si stanno specializzando sul terreno del riutilizzo, dai mercatini  generalisti dove si trova di tutto (come quello della coop Emmaus di Genova – http://www.emmausgenova.it/site/index.php )  a quelli specializzati, come quello della coop Il Grillo di Mestre che dalla raccolta degli ingombranti è stata capace di costruire Chi cerca trova una “bottega dellì’usato per l’arredamrento e il tempo libero”  (http://www.chicercatrova.org/butt/storia_2_chicercatrova.html# )

E anche nel campo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche sono ormai diffuse le inziative di riutilizzo di alcune AEE che vengono mantenute nel ciclo di utilità, alimentando mercati “altri” dei cellulari o dei Computer.

Ma abbiamo anche esperienze che investono altri campi del riutilizzo, come quello del recupero di abeti e biciclette (la coop  sociale Senape ha creato i marchi RicCuci e RiciBici – v. http://www.senapecoop.eu/) e la coop sociale Cauto ha una antica consuetudine con queste pratiche (http://www.cauto.it/cauto.php), così come con molte altre che riguardano la prevenzione dei rifiuti.

Tra cui quella del recupero delle eccedenze alimentari (e altri beni primari in eccedenza), su cui  mi sono soffermato nella News letter n. 251 (v.http://www.rifiutilab.it/dettaglio_doc.asp?id=2596&menuindex= ).  

In questo caso va segnalato che queste pratiche sono state  rese possibili da specifici provvedimenti normativi (che esulano dalla disciplina delle gestione dei rifiuti), quali la Legge del buon samaritano” (legge n. 155/03) e la “Legge antisprechi” (legge 24/12/2007 n. 244, la Finanziaria 2008)

Insomma il riutilizzo è un campo “in espansione”, che può divenire un elemento di sviluppo di un’Altra Economia, nella qual al soddisfacimento dei bisogni a costi accettabili per tutti  si uniscono la possibilità di amare gli oggetti, di vederli, come sostiene Guido Viale, come veicolo di storia e capaci di sviluppare relazioni.

Non a caso accanto alle transazioni monetarie, di mercato,  stanno rafforzandosi quelle basati sul dono e sulla reciprocità, con la diffusione della logica del baratto, con la quale si scambiano utilità in modo gratuito e si intrecciano relazioni.

Ho voluto tratteggiare questo quadro anche perchè sarebbe interessante che  i lettori della rubrica si confrontassero (a partire dalle loro esperienze)  sul riutilizzo per i suoi significati economici e umani, come “modo di porsi” che si oppone alla logica e al concetto di rifiuto, di scarto nel consumo come nella relazioni.



[1]    Vedi Articolo 179 (Criteri di priorita’ nella gestione dei rifiuti) del DLgs 205/10.

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